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Il sorriso di Kamala Harris, un atto politico per tutte le donne libere
La risata di una donna ha in sé un incredibile potere sovversivo, rivoluzionario, dissacrante; mette in discussione l’ordine sociale ed è la più grande strategia politica, come nelle commedie di Aristotele, forse perché nei secoli, si è sempre cercato di contenerla, di arginarla, di limitarla ad un sorriso e, forse, anche perché “una donna che ride è una donna libera”. “Ridere è un atto politico” potentissimo, destabilizza l’avversario che si vede costretto a ricorrere a vecchi stereotipi di genere, associando il riso alla follia, alla sguaiata esternazione, ad una forma di pazzia incontrollata o ad un indizio di isteria.
Nonostante le donne rappresentino più della metà della popolazione mondiale sono ancora sotto rappresentate, sia dalla politica che dalla ricerca biomedica, basti pensare che i protocolli scientifici sono settati su modelli maschili. Anche la risata della donna, quindi, prende parte a questa disputa sui diritti apertamente e pubblicamente negati, perché ridere, per alcuni, è un appannaggio maschile che denota sicurezza, fierezza, autodeterminazione e controllo sulle situazioni. Una risata probabilmente “seppellirà pregiudizi” radicati da secoli, che considerano una donna che ride pericolosa. Sul potere della risata esistono molteplici trattati: Aristotele, nel secondo libro della sua “Poetica”, si è dedicato alla Commedia e al Riso.
Ridere è cosa terribilmente seria. E Kamala Harris lo sa. La sua è una risata che, intanto, ha già “vinto” molti cuori. Da qui il passo è breve, e la sua risata è di certo destinata a scrivere una pagina importante per tutte le donne libere, che ridono apertamente. La libertà passa attraverso il potere del sorriso luminoso di una donna.
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