“Siamo in guerra”. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato in questo modo alla popolazione questa mattina, dopo gli attacchi compiuti da Hamas sul territorio di Israele, dalle migliaia di razzi lanciati alle incursioni di combattenti nelle cittadine al sud, in cui sono registrati decine di uccisioni e rapimenti.

Dopo un’iniziale sorpresa, con le difese prese alla sprovvista, le Forze di Difesa Israeliane (Idf) hanno lanciato l’operazione militare “Spade di Ferro” (Swords of Iron) sulla striscia di Gaza, prendendo di mira obiettivi e posizioni di Hamas. Nell’annuncio sui canali ufficiali dell’Idf si parla di “un’operazione su larga scala per difendere i civili israeliani dall’attacco combinato lanciato questa mattina contro Israele da Hamas”.

Sono decine gli aerei da combattimento israeliani che si sono alzati in volo e hanno cominciato a bombardare Gaza. L’esercito ha anche richiamato decine di migliaia di riservisti.

Il portavoce delle Forze di Difesa Israeliane Richard Hecht, in un video, ha auspicato che “entro la fine della giornata non ci saranno più terroristi vivi sul territorio di Israele“. Hecht ha anche avvertito della possibilità di ulteriori attacchi dall’esterno, in caso dal Libano o dalla Siria: “Siamo completamente schierati e concentrati sulla copertura aerea per vedere cosa sta succedendo”. “A nord siamo pronti in caso ci sia qualche fazione palestinese che decidesse di entrare” ha aggiunto Hecht.

Il bollettino a Gaza

Dopo poche ore è uscito già il primo bollettino degli attacchi israeliani diramato dal ministero della Sanità palestinese. Sarebbero almeno 198 i palestinesi uccisi e più di 1600 quelli feriti tra bombardamenti e combattimenti.

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