La conferenza
Italia, Gattuso si presenta: “I calciatori di oggi faticano a fare gruppo, con me devono andare a 100 km/h. Spero di fare quello che ha fatto Lippi”
Scelto per riportare l’Italia ai Mondiali in una nuova squadra targata 2006, fatta non dai ragazzi che oggi sono sui banchi per la Maturità, ma da quella dei Campioni del Mondo, con Buffon e Zambrotta compagni di avventura nel primo percorso da Commissario tecnico dell’Italia. Gattuso si è presentato quest’oggi nella sua nuova veste di allenatore degli azzurri, mettendo subito al centro la parola ‘famiglia’, quella che servirà per riportare l’Italia al Mondiale: “Quando Buffon e il Gravina mi hanno chiamato non ho esitato un istante. In questi anni si è detto tanto di me, la figura di calciatore è difficile da cancellare, ma vedo il calcio in modo diverso, e vi dico che un ‘Gattuso’ nella mia squadra non lo metterei in campo. I calciatori di oggi sono molto più professionisti e preparati rispetto ai miei tempi, il problema è che faticano a fare gruppo. Con me dovranno andare a 100 km/h”.
Per Gattuso non manca qualità negli azzurri: “ Il 68% di chi gioca nel nostro campionato è straniero. A livello giovanile è stato fatto un gran lavoro, ma dopo l’U19 i giocatori si perdono per strada. A Spalato giocavo con 2005, 2006, 2007. Sento dire da tanti anni che non c’è talento, che non ci sono giocatori. Secondo me ci sono, bisogna solo metterli in condizioni di esprimersi al massimo. L’obiettivo è tornare a giocare un Mondiale, per noi è fondamentale, solo questo”. La Nazionale ha bisogno di entusiasmo e di voglia di stare insieme: “Ho ben chiaro quello che bisogna fare, non bisogna pensare in modo negativo. I tempi sono cambiati, bisogna essere bravi ad entrare nella loro testa in modo giusto, dobbiamo andargli incontro e io spero di fare quello che ha fatto Lippi. Ha creato alchimia nello spogliatoio. I giocatori a Coverciano devono venire col sorriso, stare bene”.
Per Gattuso servirà ritrovare l’entusiasmo di vestire la maglia della Nazionale: “Prima è importante la famiglia, poi i moduli e la tattica. Abbiamo quattro-cinque giocatori che nel loro ruolo sono tra i primi dieci del mondo. Cosa penso di chi rifiuta la convocazione? Bisogna capire. Ho chiesto al Presidente e a Gigi di aiutarmi. Chi viene in Nazionale anche se ha un problemino fisico deve essere gestito a Coverciano se vogliamo essere credibili. In questi giorni ho chiamato 35 giocatori. Anche Chiesa. Gli ho detto che deve trovare il modo di giocare con continuità”.
Il lavoro in Nazionale cambierà: “È completamente diverso, la quotidianità sarà differente, spero di non stressare i colleghi della Serie A e di chi lavora all’estero, l’obiettivo è andare a vedere gli allenamenti e parlare con i giocatori. Treni, aerei e viaggi. Infine la soddisfazione per l’incarico più importante della sua carriera: “I messaggi più belli ricevuti? Quello dei miei genitori. Quando cantavo l’inno da giocatore chiudevo gli occhi e sentivo mia madre che da piccolo mi chiamava dal balcone. Vederli emozionati è stato bello”.
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