La nuova panchina
Rino Gattuso nuovo CT della Nazionale: il consiglio di Ranieri, la nuova identità di squadra e i motivi della scelta

Sarà con ogni probabilità Gennaro Gattuso il prossimo allenatore della Nazionale. La scelta della FIGC è ricaduta sull’ex campione del Mondo di Germania 2006, valutato come il profilo migliore per guidare con serenità gli azzurri verso la qualificazione ai prossimi mondiali (cha potrebbe passare verosimilmente attraverso un delicato play-off), e impostare un progetto futuro che metta al centro l’identità di squadra, quella che la selezione di Luciano Spalletti ha dimostrato di aver smarrito negli ultimi incontri. Il contatto di giornata ha dato un riscontro positivo, superando la concorrenza di alcuni ex compagni di squadra dell’era vincente di Marcello Lippi (Fabio Cannavaro e Daniele De Rossi).
La Federazione non ha impiegato molto per arrivare su Gattuso. La rinuncia di Ranieri aveva spiazzato i piani di Gravina, che sperava di assicurarsi, per il dopo Spalletti, l’allenatore con più esperienza tra quelli senza squadra. Si è sentito l’uomo giusto al momento sbagliato, Sir Claudio, che spesso in passato aveva immaginato di tornare a guidare una Nazionale (dopo la brutta esperienza sulla panchina della Grecia), e sognato quella italiana. Non immaginava certo che l’occasione sarebbe arrivata a fine carriera, dopo aver passato tutto il 2025 a rispondere col sorriso a battute e insinuazione delle trasmissioni sportive su un’altra possibile stagione alla guida della Roma. “A fine anno smetto”, “Avrò finalmente il tempo di girare il mondo, me ne andrò in vacanza”, “E resterò come consulente dei Friedkin”. Di lavoro da fare a Trigoria ne ha trovato un bel po’, tanto da farlo vacillare su un possibile doppio incarico approvato dalla proprietà, compiti che uniti ad una discreta quantità di coerenza, per quanto aveva continuato a ripetere in tutti questi mesi in tv, lo hanno portato a declinare l’offerta del Presidente Federale.
Un ‘no’ arrivato in mattinata, che ha costretto la FIGC a virare su altre piste. Una scelta che in base a quanto visto in campo sarebbe comunque ricaduta su un profilo in grado di trasmettere alla squadra quel che più era mancato: personalità, coraggio, sicurezza in campo. Tutti aggettivi assenti nel profilo della Nazionale vista nei due momenti più difficili dell’era Spalletti: la sconfitta contro la Svizzera agli ottavi di finale dell’Europeo, e quella contro la Norvegia a Oslo. Un gruppo che non andrebbe ricostruito, ma solo assemblato in maniera diversa, esattamente quello che Ranieri aveva fatto a Roma, e quello che il prossimo CT della Nazionale dovrà dimostrare. C’è una base buona, ma serve entrare in empatia col gruppo, abbandonare polemiche, screzi e distendere i rapporti. E magari anche portare l’esempio. Serve un profilo che la squadra possa avvertire più vicino, per età, trascorso, o modi di fare.
Ecco perché sono stati presi in considerazione allenatori giovani, così come ex-Campioni del Mondo 2006 in grado di colmare quei vuoti che una Nazionale – insieme per così pochi giorni l’anno – avverte. La sintesi a tutto questo è stata Rino Gattuso, che la vita da allenatore l’ha affrontata con coraggio e anche umiltà: cominciando ad allenare in Svizzera (Sion), accettando la Grecia (Ofi Creta), e per ultima la Croazia (Hajduk Spalato), vivendo allo stesso tempo Serie A, Liga e Ligue 1. Una scelta senza ‘data di scadenza’, quella che invece – per sua stessa ammissione – aveva Ranieri, il primo a ricordare di aver smesso, “per dare al nuovo allenatore della Roma una possibilità di progetto”, lasciando volontariamente un consiglio. Progetto di cui ha un disperato bisogno anche l’Italia. “Una nazionale che ringhia”: l’idea è semplice, piace a tutti. E Ringhio non accetterebbe se non fosse davvero convinto di riuscirlo a fare.
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