Generazioni di ignoranti sono diventate preda della peggiore propaganda criminale: incapaci di leggere libri, studiare documenti, capire i fatti, distinguere la verità dalla propaganda, si credono informati, arroganti da immaginarsi “impegnati” perché ripetono slogan che non capiscono. Il caso più eclatante è l’identificazione tra l’efferato e violento imperialismo arabo e il più becero concetto di Resistenza. Ossia l’aver totalmente scambiato i carnefici con le vittime. Hanno unito la barbarie sanguinaria araba alla Resistenza partigiana e addirittura a quella dei nativi americani. Non ce la fanno proprio a capire la realtà: così ora non stanno esaltando la Resistenza antifascista, bensì la sopraffazione nazista. Sono complici delle atrocità arabe che mirano all’invasione di Israele.

L’Anpi in primis ha del tutto travisato la situazione israeliana, complici 50 anni di militanza antisemita sovietica. Gli Lgbt antisemiti difensori degli islamisti, nei cui Paesi sarebbero impiccati alle gru, non capiscono che l’unica apartheid contro di loro è nei Paesi arabi, mentre Israele è il solo posto nel Medio Oriente dove sono protetti. “Palestina libera”, strillano i babbei, ignorando che la cosiddetta “Palestina” moderna fosse già libera e non avesse bisogno di essere liberata da nessuno. Nessuno ne occupava i territori, governati in piena indipendenza da Anp e Hamas: Israele non occupava nessun territorio “palestinese”.

Chi inneggia a una fantomatica “Palestina”, vaneggiando la soluzione dei “due popoli, due Stati”, fa scempio di ragione e moralità. Per almeno 6 volte Israele ha accettato formalmente questa soluzione – 1937, 1938, 1948, 1993, 2000, 2010 – ma a non accoglierla e a rifiutarla continuamente sono sempre stati gli arabi: Arafat, Olp, Anp, Hamas. Il proposito dei pro-Pal è “dal fiume al mare”, “dal Giordano al Mar Mediterraneo un unico Stato arabo dopo che Israele sarà annientato e la sua popolazione sterminata”. L’obiettivo degli arabi – scritto, gridato, documentato – è da sempre la fine di Israele, non la convivenza dei due Stati.

La “Palestina” moderna è un’invenzione di Arafat negli anni ‘60 del Novecento, e non ha nulla a che fare con la Palestina storica, la Pelesheth, Terra dei Filistei, assimilatisi agli israeliti nel 1200 a.C., migliaia di anni prima che nascesse Maometto e i beduini apparissero in Medio Oriente. Già per gli imperatori romani Palestina era sinonimo di Giudea, e il Foreign Office britannico chiamò Palestina la Terra Santa. Golda Meir si definiva “palestinese”, dacché significava “ebreo”. Nemmeno gli Stati arabi all’inizio volevano la nascita del nuovo Stato di “Palestina”. In questi territori, Arafat fece confluire famiglie di egiziani, siriani, giordani, libanesi, e creò il falso storico di una terra araba occupata da Israele, pretendendo che perfino Gerusalemme, Capitale israelita dal X secolo a.C., appartenesse all’Islam. L’Olp, Organizzazione per la liberazione della Palestina, inventò una serie di falsi storici destinati a perpetrarsi in menzogne per tutti questi decenni.

Le verità sono altre. Non esiste e non è mai esistita nessuna “Palestina araba”, bensì solo ebraica; non esiste nessun “popolo palestinese”, ma solo un’immigrazione di genti arabe messe insieme arbitrariamente da Arafat per una sua precisa sete di potere; la “Palestina” di cui si parla oggi è un’invenzione di Arafat e non esiste né storicamente, né etnicamente, né nazionalmente. Israele, tuttavia, non si è mai opposta all’invenzione della “Palestina” moderna. Però ora tutto è cambiato. Il diritto di difendersi dell’Ucraina vale anche per Israele. Lo Stato ebraico si è sempre difeso da attacchi arabi, nella sua storia non ha mai attaccato nessuno per prima. E non ha mai commesso alcun genocidio a Gaza, non uccide civili e bambini: quello lo fa Hamas.

Dopo il 7 ottobre 2023, l’ultima possibilità per gli arabi di creare uno Stato “palestinese” è tramontata definitivamente. Neonati bruciati vivi nei forni delle case davanti ai genitori, donne incinte sventrate con i feti lasciati a morire davanti a loro, bambini violentati e strozzati a mani nude, 1.200 civili israeliani massacrati e centinaia di rapiti e ammazzati in seguito, compresi neonati (in Rete ci sono ampi documenti di foto e filmati del massacro). Da questo momento in poi impediranno per sempre la nascita di uno Stato “palestinese”. A uccidere la cosiddetta “Palestina” sono stati proprio gli arabi. I partigiani della Resistenza dovrebbero difendere l’unica vera democrazia del Medio Oriente, le uniche vittime del barbarico imperialismo arabo-nazista, invece di sostenere i criminali islamisti.

Andrea B. Nardi

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