Altro che sette a zero, la vittoria schiacciante che doveva mandare a casa il governo Conte (bis). Per Matteo Salvini il bilancio finale delle elezioni regionali del 20 e 21 settembre, terminate praticamente solo oggi in Valle d’Aosta, fanno segnare una clamorosa sconfitta per 4 a 3.

Dalla piccola regione al confine con Francia e Svizzera è arrivata la conferma di quanto era già nell’aria all’indomani del voto, col rischio per la Lega di finire all’opposizione nonostante fosse il primo partito nelle urne. Tutta ‘colpa’ del sistema proporzionale che obbliga di fatto ad accordi post-elezioni per la formazione della Giunta, col presidente espresso dai consiglieri eletti.

L’accordo alla fine è arrivato, portando alla presidenza Erik Lavevaz, leader degli autonomisti di Union Valdotaine, che ha ottenuto 20 voti su 35 potendo contare sul sostegno del Progetto civico progressista, cioè alleanza della sinistra di cui fa parte il Partito Democratico, che è entrato in giunta.  I nuovi assessori sono Luciano Caveri, Jean-Pierre Guichardaz, Davide Sapinet, Chiara Minelli, Carlo Marzi, Roberto Barmasse e Luigi Bertschy. Quest’ultimo è stato nominato anche vicepresidente della Regione

E Nicola Zingaretti può festeggiare. Su Facebook il segretario del Pd rivendica l’accordo tra Pd e autonomie, sottolineando che “le regionali finiscono 4 a 3. Capacità di dialogo e interesse per il bene comune vincono contro l’odio”, con un chiaro riferimento a Salvini.

Ricapitolando quindi i risultati elettorali, per la Lega si è passati dall’agognato sette a zero ad una sconfitta 4-3, perdendo Toscana, Puglia e Campania. Il centrodestra, va sottolineato, è riuscito a strappare le Marche al centrosinistra, ma l’obiettivo di Salvini e Meloni era chiaramente ben altro.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia