Non c’è stata partita per gli altri candidati. Luca Zaia resta saldo al timone del Veneto con un risultato che è stata una specie di plebiscito. Staccato non di poco, il dem Arturo Lorenzoni, azzoppato dal coronavirus che invece ha premiato Zaia. Per un soffio, entra in Consiglio regionale il pentastellato Enrico Cappelletti. “Qualcuno chiederà adesso qual è il mio obiettivo: l’obiettivo è uno, l”autonomia”, ha commentato a caldo Luca Zaia, dal palco del K3 a Treviso. Il successo che ‘il Doge’ con i dati della sua lista, ‘Zaia presidente’, sono di gran lunga superiori a quelli della Lega. “Significa che faremo tanti consiglieri leghisti, perché la lista Zaia è stata fatta da noi e ha tutti i militanti della Lega. Il nostro obiettivo era superare il 50% fra le due liste per avere consiglieri leghisti all’interno che facessero la maggioranza del governo regionale”, smorza i chiacchiericci sugli effetti del voto Lorenzo Fontana, vicesegretario leghista e commissario della Liga Veneta. Si prospetta un dualismo con Matteo Salvini? “Assolutamente no”, sintetizza. Ma è chiaro che in via Bellerio i risultati in arrivo dal Veneto creano qualche patema dalle parti della segreteria, perché si fa certamente più ingombrante la presenza di Zaia.

IL VOTO – Un risultato plebiscitario quello che emerge dalle urne del Veneto per Luca Zaia. Ormai giunto al terzo mandato, il governatore conquista il 76,7% dei voti lasciando agli avversari le briciole, in una partita che non era mai stata in discussione.

Arturo Lorenzoni del Pd si deve accontentare del 15,7%, in una campagna elettorale segnata anche dalle difficoltà legate alla positività al Coronavirus del candidato Dem. Male il Movimento 5 Stelle, che con Enrico Cappelletti ottiene solo il 3%, mentre Italia Viva con Daniela Sbrollini è di fatto inesistente con il suo 0,6%, venendo scavalcata da Paolo Girotto (Movimento 3V), Antonio Guadagnini (Partito dei Veneti) e Paolo Benvegnù (Rifondazione Pci).

LE LISTE – È dalle liste che emerge uno dei risultati politicamente più rilevanti. La lista ‘Zaia Presidente’ infatti sfonda quota 44%, riuscendo ad ottenere quasi il triplo dei voti rispetto alla Lega di Matteo Salvini, ferma al 16,9%. Un risultato incredibile che mette in apprensione lo stesso ex ministro dell’Interno, che trova all’interno del partito lo sfidante più credibile alle leadership del partito.

Quanto agli altri partiti, il Partito Democratico non supera il 12%, dimostrando ancora una volta la difficoltà nello sfondare nel nord-est del Paese, mentre Fratelli d’Italia si ferma al 9%. Male M5S e Italia Viva, rispettivamente al 3% e allo 0,6%.

AFFLUENZA – Affluenza oltre il 60% per le elezioni regionali in Veneto. Il dato si attesta precisamente al 61,14, più alto rispetto al 57,13% calcolato cinque anni fa, secondo i numeri forniti dal ministero dell’Interno. Ma in calo rispetto al 66,42% registrato nel 2010. Quella veneta è la seconda affluenza maggiore fra le sette Regioni al voto, dopo quella della Toscana, intorno al 63%. Dalle prime proiezioni sull’esito delle elezioni regionali in Veneto emerge un “massiccio” ricorso al voto disgiunto, che ha rallentato l’andamento dello scrutinio.

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