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La questione socialista è tornata
La questione socialista è tornata. Si moltiplicano dovunque le iniziative di partiti, movimenti e associazioni, animati da intellettuali e politologi, che riflettono sull’esigenza di costruire un grande movimento socialista e socialdemocratico, dopo una delle crisi più complesse della sinistra italiana. La campagna del quotidiano La Repubblica ha ospitato, ad esempio, contributi come quelli di Simona Colarizi e Michele Salvati, che andavano nella direzione che auspicavamo.
In questo numero dell’Avanti! della domenica prosegue la campagna-appello, intrapresa mesi fa, a ricomporre la diaspora socialista ma soprattutto a costruire una grande forza socialdemocratica in Italia, proponendoci di diventare il ‘luogo’ di un dibattito aperto a ogni contributo e voce, come del resto fa storicamente il nostro giornale. Ne sono esempio le interviste ad Arturo Scotto e Pietro Folena, ai quali la cultura comunista o della sinistra radicale in cui si sono formati non ha impedito di “vedere”, in prospettiva, l’esigenza di considerare il socialismo europeo una bussola e di creare un movimento largo che si ispiri al socialismo umanitario delle origini. Insomma, per uscire dalla palude, serve più socialismo. E serve ispirarsi a esperienze come quelle di Pedro Sanchez in Spagna, di Sanna Marin in Finlandia, della Spd in Germania e dei socialisti portoghesi.
Uscire insomma da quella sorta di provincialismo della sinistra italiana che li vede socialisti solo in Europa. Ispirarsi alla socialdemocrazia europea significa anche leggere la società globalizzata guardando ai nuovi bisogni, alle fragilità, all’affermazione delle libertà individuali, ai diritti sociali oltre che civili, al mondo del lavoro. Alle crisi straordinarie – di rappresentanza, democratiche, di missione – bisogna rispondere con strumenti straordinari e radicali. “Scomporre e ricomporre la sinistra”, dice giustamente Folena. E se non è tempo, adesso, di socialismo, allora quando?
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