Rappresentano il dramma della Siria, Paese sconvolto e distrutta da una guerra che dura da più di un decennio. Sono padre e figlio, entrambi mutilati. E sono diventati gli eroi protagonisti della foto che ha vinto Siena International Photo Awards 2021, prestigioso concorso fotografico cui partecipano artisti di 163 Paesi.

“Hardship of Life”, “Le difficoltà della vita” è il titolo dello scatto, realizzato dal fotografo turco Mehmet Aslan, e racchiude la speranza di due persone di superare gli ostacoli della vita. L’immagine è stata scattata nel distretto di Reyhanli, nella provincia turca di Hatay al confine con la Siria, e cattura il momento in cui un uomo senza gamba, persa a causa di una bomba, prende in braccio il figlio, nato nel 2016 senza gli arti inferiori né quelli superiori a causa di una malformazione, la tetramelia, dovuta all’assunzione di farmaci da parte della madre Zeynep, colpita durante la guerra dal gas nervino.

In una chiacchierata a distanza con Repubblica, papà Munzir e suo figlio Mustafà sono un fiume in piena di emozioni: gioia, speranza, ma anche tanta rassegnazione e rabbia verso un governo che, invece di tutelare i propri cittadini, li ha ridotti alla fame e alla malattia. “Allora voglio sapere, quando sarò grande? Quando mi ridanno i piedi?“, chiede Mustafà al giornalista, il quale rimane impietrito perché sa che qualsiasi risposta edulcorata sarebbe comunque una menzogna.

Ma è il padre 35enne che nasconde la rabbia dietro un sorriso. Munzir, che è il protagonista dello scatto immortalato nel 2020, sottolinea la dura vita che è costretto a vivere. “Viviamo una vita talmente pesante che forse la morte sarebbe migliore”, esordisce l’uomo che ha perso la gamba nel 2018 mentre stava passeggiando in un bazar di Idlib, in Siria. “I soldi del sussidio della Mezzaluna Rossa”, necessari solo per comprare il latte e i pannolini. Impensabile che i soldi siano destinati alle operazioni chirurgiche e di protesi elettroniche per Mustafà. L’uomo ha difficoltà a trovare lavoro proprio per la sua mutilazione e non riesce a coprire le spese necessarie: “Da tre settimane ci hanno staccato acqua e gas”, denuncia. E poi lancia un’accusa contro le organizzazioni che dovrebbero essere al loro fianco: “Le ong ci fanno le foto e poi se ne vanno, dicono che ci stanno aiutando ma non è vero”.

Il piccolo di quattro anni, racconta il padre, non va a scuola e non ha amici. In Turchia, dove la famiglia si è trasferita nel 2016 , non c’è ospedale che abbia una cura adatta per Mustafà. Il bambino ha bisogno di protesi elettroniche e di sottoporsi a diverse operazioni per l’allungamento delle ossa. Come racconta il padre, il bambino “ha anche la bocca dello stomaco stretta per cui mangia pochissimo e si nutre di latte, serve un intervento chirurgico d’urgenza. Il suo apparato genitale ha delle anomalie”.

Proprio per questo la foto può essere uno strumento per segnare un cambiamento nella vita del piccolo. È stata lanciata una raccolta fondi per dare un futuro diverso a Munzir e Mustafà e per riaccendere i riflettori sul dramma internazionale della Siria. L’eventuale overfunding (obiettivo 400mila euro) verrà devoluto a Medici Senza Frontiere e sarà finalizzato a un programma di riabilitazione e sostegno di persone che hanno subìto amputazioni a causa della guerra nel Paese mediorientale.

Redazione

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