Non solo giustizialismo e demagogia
La vigliaccheria del nuovo Pd sempre più collettivo studentesco, i dem disconoscono la realtà: “Che c’entriamo noi con Mogherini?”
Ovviamente, come gli accade spesso, Michele Magno ha ragione: il Pd ha “scaricato” Federica Mogherini. Senza emettere un fiato, che so, un augurio che tutto si risolva per il meglio auspicando che venga acclarata la sua innocenza: il minimo sindacale, un comunicatino della segreteria – come si usava ai tempi nostri – una battuta di un dirigente, visto che Elly Schlein non si degna, ha molte altre cose da fare e decisive per il Paese.
Sarebbe stato il caso di ricordare con garbo che la magistratura belga non rifulge in quanto a comportamenti civili (dieci ore di interrogatorio!) e soprattutto a risultati– chiedere a Eva Kaili, l’ex vicepresidente del Parlamento europeo sbattuta in galera per mesi per il cosiddetto Qatargate di cui nel frattempo si sono perse le tracce. Invece, niente. Si sarebbe dovuta spendere qualche parola per difendere le istituzioni europee dai prevedibili qualunquismi su “Bruxelles ladrona”, estensione continentale del vecchio slogan anti-romano di Salvini. Si doveva scrivere a grandi lettere della presunzione d’innocenza eccetera eccetera. Si sarebbe dovuta ricordare il prestigio acquisito da Mogherini in Europa. Macché, meglio non esporsi con una faccia garantista, hai visto mai, la gente non capirebbe, faremmo la parte della casta che difende la casta.
Ragionamenti miserevoli. Subalterni al clima giustizialista di questo Paese. Magno lo spiega benissimo: «La pancia del Pd si piega a istinti forcaioli e reprimende eticizzanti. E i suoi vertici ci si mettono lesti in sella quando questi consentono, o si crede che consentano, di guadagnare un pugno di voti in più». Ma non si tratta solo di questo, del giustizialismo e della demagogia. L’elemento più ripugnante è la vigliaccheria che sta nel disconoscimento delle persone e della realtà. Noi sappiamo per certo che un importante dirigente del Pd, a chi gli chiedeva come mai il Nazareno non dicesse una parola sul fermo della ex ms. Pesc, ha risposto così: «E che c’entriamo noi con Mogherini?».
Chi la conosce, chi l’ha mai vista? Già, una ex parlamentare del Pd, ex ministra, già Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri, che vuoi che c’entri con la recente storia del partito oggi diretto da quel dirigente che come Totò chiede: “E che so’ Pasquale io?”. La vigliaccheria in questo caso è tutta politica, appartiene alla logica ipocrita dell’iconoclastia verso tutto ciò che c’era prima che il Nazareno diventasse un collettivo studentesco: soprattutto se ciò che c’era prima s’identifica con la stagione renziana, l’alfa e l’omega della mala politica per i camaleonti di un gruppo dirigente che deve moltissimo proprio a quelli che c’erano prima, i dorotei di Montepulciano che reggono la scala della segretaria. Quelli che ieri erano compagni di banco di Federica Mogherini, della quale oggi dicono come don Abbondio di Carneade: “Chi era costei?”.
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