Le parole al vetriolo del diplomatico
L’ambasciatore russo Razov accusa Roma: “Non escludo l’invio di militari italiani in Ucraina”, poi ritratta
L’insinuazione è di quelle pesanti e arriva per bocca del numero uno della diplomazia russa in Italia, l’ambasciatore Sergei Razov.
In un’intervista di 40 minuti a Oval Media durante il Verona Eurasian Economic Forum che si è tenuto il 27-28 ottobre 2022 a Baku, Razov lancia pesanti accuse sul sostegno del governo di Roma alla causa ucraina.
Nell’intervista l’ambasciatore russo parla degli aiuti italiani a Kiev e insinua che da Roma non siano arrivate solamente armi. “Io non escludo che l’Italia abbia mandato anche uomini”, spiega infatti Razov.
Parole che arrivano dopo che, nel discorso programmatico fatto ai due rami del Parlamento dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, quest’ultima aveva assicurato ancora una volta il sostegno al governo di Volodymyr Zelensky, ma militato ad aiuti economici e di forniture militari, non di uomini come accusa Razov.
L’Ambasciatore di #Russia in #Italia Sergey Razov ha rilasciato un’intervista a #OVALmedia a margine del XV VERONA EURASIAN ECONOMIC FORUM che si è tenuto il 27-28 ottobre 2022 a Baku in Azerbaijan.
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A ‘bubbone’ scoppiato, l’ambasciata russa ha quindi tentato di correggere il tiro delle dichiarazioni del suo stesso numero uno a Roma: “Non si tratta di persone, ma di cannoni usati per bombardare Donetsk, che potrebbero essere anche di produzione italiana, ma la parte russa non ne ha certezza“.
Parole di giorni fa, ma che si inquadrano in un clima di crescente tensione internazionale tra il Cremlino e l’Occidente. Oggi Mosca ha puntato il dito contro il Regno Unito, accusando il governo di Londra del sabotaggio del gasdotto Nord Stream nel mar Baltico e di aver orchestrato anche il bombardamento di quattro navi della flotta russa nel porto di Sebastopoli.
Per Dmitry Peskov, portavoce del governo di Mosca, vi sono “prove” in tal senso che sarebbero nelle mani dei loro “servizi di intelligence”. “Queste azioni non possono essere lasciate passare. Ovviamente penseremo ai nostri prossimi passi, non c’è dubbio su questo. Non c’è altro modo”, ha dichiarato Peskov, citato dall’agenzia russa Tass. A suo dire il sabotaggio del gasdotto rappresenta “un attacco terroristico ad un’infrastruttura energetica critica” che “non è una infrastruttura russa ma internazionale”.
Accuse respinte con forza da Rishi Sunak, nuovo primo ministro britannico, che parla di “manuale di distrazione dalla realtà”.
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