È la celebrazione più importante nel calendario cinese, segno di rinascita e crescita: è la Festa di Primavera. «Le celebrazioni durano tantissimo, è quasi un mese di festa. Siamo conosciuti come un popolo laborioso ed è così, ma per il Capodanno cinese tutto si ferma, scuole, banche e negozi chiudono» ci racconta Sophia Huang, la sua famiglia porta avanti le tradizioni cinesi, anche se – ci dice – «Stando lontani qualche usanza si è persa – da quando i suoi bisnonni, tra la Prima e la Seconda guerra mondiale hanno lasciato la Cina per trasferirsi in Italia – Le generazioni nate in Europa conoscono meno le usanze, ma rimane comunque un momento molto sentito».

Per questo 2022 il nuovo anno inizierà il 1° febbraio, in Cina – come in Corea, Mongolia, Singapore, Malaysia, Nepal, Bhutan, Vietnam e Giappone – si segue il calendario lunisolare che vede i mesi iniziare in corrispondenza di ogni novilunio: la data del Capodanno dunque cambia di anno in anno oscillando tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. Inizierà l’anno della Tigre, simbolo di coraggio e sicurezza: «Nella tradizione è un animale nobile, segno di forza e resistenza, fisica e psicologica» spiega Sophia. Secondo l’oroscopo cinese, i segni si accompagnano agli elementi: dopo sessanta anni, tornerà per questo 2022 la tigre d’acqua, segno di un anno molto propizio. L’oroscopo cinese è da anni conosciuto e seguito anche qui in Europa: in occasione del capodanno la casa editrice Watson Edizioni ha dedicato a questo tema il volume Antologia fantastica dello zodiaco orientale a cura di Laura Scaramozzino.

La festa, che muove centinaia di miliardi di Yuan, è celebrata anche nelle innumerevoli comunità cinesi sparse per il mondo. In Italia le due città più attive sui festeggiamenti sono senza dubbio Roma e Milano, dove la celebre via Paolo Sarpi è illuminata da centinaia di lanterne rosse. L’inizio di un nuovo anno è uno dei momenti più importanti:  «Sono tante festività cinesi, ma questa è quella in assoluto più celebrata. – spiega ancora Sophia Huang in compagnia della cognata Giulia Chang, anche lei figlia di una coppia di origini cinesi – «Si festeggia in famiglia, è il fulcro della comunità. In molti, lavorando in altre città, fuori dalla regione o dal paese, tornano a casa. I treni e gli aerei sono presi da assalto. È un esodo di massa».

Come per il Capodanno occidentale, sono tantissimi i riti e le usanze, Sophia e Giulia ci raccontano: «In questi giorni di festa è molto importante andare a trovare i genitori, è fortissimo il senso della famiglia e della casa. Se si hanno dei parenti più grandi di noi, si va a fargli visita come segno di rispetto, portando loro dei doni». «E poi si mangia» aggiunge Giulia Chang. Le tavole si riempiono di Nian Gao, i famosi gnocchi di riso: un piatto ben augurante, come dice il nome – Nian, “anno”; Gao, “più alto” – simboleggiano e augurano un nuovo ciclo, migliore e più prosperoso del precedente. Tra i cibi tipici anche il pesce, il cui ideogramma, , simboleggia la ricchezza: «Succede spesso che si preparino pietanze dai nomi ben auguranti, lo facciamo anche per i compleanni quando si mangiano gli spaghetti lunghi, simbolo di lunga vita» aggiunge Giulia.

Non possono mancare il rosso, colore della festa e delle tante lanterne che illuminano strade e case, e i fuochi d’artificio. Questi due simboli risalgono a un’antica leggenda, quella del demone Nian. Uno spirito malvagio che si presentava tra gli umani una volta all’anno, nutrendosi della loro carne. L’unico modo per liberarsi da Nian era spaventarlo con bandiere rosse e forti rumori. Da qui la tradizione che vede ancora molto presenti questi due rituali per liberarsi dai demoni dell’anno precedente. Sulla tradizione cinese tante cose si possono apprendere dalle pubblicazioni della casa editrice romana Atmosphere Libri, specializzata in letteratura asiatica (cinese in particolare) che ha avuto la meritevole idea di tradurre importanti volumi come raccolta di storie vernacolari del periodo della dinastia Ming di Feng Menglong.

La fine dell’anno, per la tradizione cinese, non è un momento di bilanci personali (economici invece sì, è importantissimo per l’economia cinese chiudere tutte le pendenze prima dell’inizio del nuovo anno): «Non è un’occasione per ripensare a quanto fatto o piangersi addosso – dicono Sophia e Giulia – non si fanno regali, ma consegniamo la famosa busta rossa. Le generazioni di mezzo donano del denaro ai più giovani e ai più anziani, in segno – verso questi ultimi – di rispetto. Ricevere e dare è indice di riconoscenza ed è molto importante per la nostra comunità. Ci si augura il meglio, le feste servono per stare insieme ed essere felici».