L’accoglienza con tutti gli onori del direttore d’orchestra Valerij Gergiev (nella foto a destra), propagandista di Putin, alla Reggia di Caserta il prossimo 27 luglio, ci obbliga a riportare alla memoria dell’opinione pubblica un episodio doloroso e dimenticato. Si tratta della vicenda nobile e tragica di Yuri Kerpatenko, il direttore dell’orchestra sinfonica di Cherson nel momento dell’invasione: un altro artista e musicista, meno famoso di Gergiev, ma soprattutto molto più sfortunato.

Cherson, città dell’Ucraina meridionale attraversata dal fiume Dnipro, fu occupata dagli invasori russi all’inizio della guerra. Come molti ricorderanno, Putin volle che fosse subito celebrato, in quella e in altre province, un referendum-farsa di annessione alla Russia, con i cittadini costretti a votare sotto il mitra spianato degli occupanti; “consultazione” che ovviamente si risolse in un plebiscito a favore di Mosca.

Il rifiuto e l’uccisione di Kerpatenko

Non pago di tanto successo, il dittatore criminale volle celebrare l’annessione con un grande concerto nel teatro municipale della città. Kerpatenko si rifiutò di dirigere l’orchestra in omaggio al tiranno e pagò con la vita il suo gesto coraggioso: il 28 settembre 2022 fu trucidato sul divano di casa dalla soldataglia di Putin. Aveva 46 anni. Successivamente, le forze di difesa ucraine liberarono la parte occidentale della città, insieme a molte altre zone del Paese, nel corso di una vasta controffensiva. I russi furono costretti a ritirarsi sull’altra sponda del fiume, da dove ancora oggi bombardano sistematicamente i quartieri occidentali di Cherson, facendo strage di quei civili che, a loro dire, avrebbero votato a favore di Mosca nel tragicomico “referendum”. Cherson resiste eroicamente, ma Yuri Kerpatenko non dirigerà mai più alcun concerto.

L’appello beffardo

Riteniamo giusto dedicare, in questo momento, un pensiero commosso a lui e ai tanti altri musicisti, artisti, intellettuali e scrittori ucraini che hanno perso la vita a causa della vile aggressione dei moscoviti. Alla luce di queste considerazioni, suona davvero beffardo l’appello alla “libertà della cultura”, in nome del quale il governatore De Luca consente al propagandista di Putin di tenere il suo trionfale concerto in terra italiana; un’ipocrisia cui si sono accodati, davvero ingenuamente, molti altri politici e commentatori nostrani.

Nel corso della sua brillante carriera artistica in Russia e all’estero, sicuramente Gergiev deve aver avuto modo di conoscere Kerpatenko; forse hanno addirittura lavorato insieme. Ha mai speso una parola, un gesto, un pensiero di cordoglio circa l’assassinio del suo collega? Il previsto concerto di Gergiev nella Reggia di Caserta rappresenta un affronto per tutti gli uomini liberi, e copre di vergogna la democrazia italiana.

Alessandro Litta Modignani

Autore

Coordinatore di Ponte Atlantico