Il regime nordcoreano sta rifornendo i mercenari russi del gruppo Wagner di armi e munizioni da impiegare nel conflitto in Ucraina portato avanti dall’esercito russo dal 24 febbraio dello scorso anno, ormai giunto al 332esimo giorno.

A denunciarlo è il coordinatore per le comunicazioni strategiche al Consiglio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Kirby, durante un briefing con la stampa. “A causa delle sanzioni internazionali, la Russia si sta rivolgendo sempre di più ad altri Paesi per ottenere armi e munizioni: tra queste nazioni figura anche la Corea del Nord, i cui funzionari hanno falsamente negato le accuse”, ha detto Kirby.

Il coordinatore per le comunicazioni strategiche al Consiglio per la sicurezza nazionale statunitense ha anche mostrato alcune immagini satellitari che mostrerebbero come lo scorso 18 novembre cinque vagoni ferroviari siano partiti dalla Russia verso la Corea del Nord, su cui il giorno seguente sono stati caricati diversi container. Immagini che secondo Washington inchioderebbero alle sue responsabilità Kim Jong-un, il “Leader supremo” di Pyongyang.

Le forniture consegnate al Gruppo Wagner non hanno cambiato le dinamiche del conflitto sul campo, ma siamo certi che la Russia continuerà a ricevere armamenti dalla Corea del Nord: una dinamica che condanniamo con fermezza”, ha aggiunto Kirby.

Milizia Wagner che gli Stati Uniti denomineranno come “organizzazione criminale transnazionale”, ha spiegato Kirby, annunciando che ulteriori sanzioni saranno rese note la prossima settimana.

Notizia quest’ultima accolta con ironia da Yevgenij Prigozhin, fondatore del gruppo di mercenari. “Finalmente, ora la Wagner e gli americani sono colleghi. Il nostro rapporto può ora essere chiamato ‘resa dei conti tra clan criminali’”, ha scritto con sarcasmo su Telegram il ‘falco’ di Vladimir Putin.

Il ‘no’ tedesco ai carri armati all’Ucraina

Il supporto ‘internazionale’ alla milizia Wagner non è l’unica notizia negativa per Kiev. Dal vertice tedesco di Ramstein, la base militare dove ieri si sono riuniti i 53 Paesi alleati dell’Ucraina nel conflitto, è arrivato il ‘no’ di Berlino all’invio dei carri armati Leopard 2 all’esercito di Kiev.

Il timore condiviso dal cancelliere Olaf Scholz e dal neo ministro della Difesa Boris Pistorius è quello di un allargamento del conflitto in caso di ulteriori forniture militare all’esercito di Kiev: la fornitura di Leopard 2 all’esercito ucraino, è il ‘non detto’ del vertice, aumenterebbero la capacità offensiva di Kiev scatenando così una forte reazione russa.

Il ‘no’ di Berlino blocca anche gli altri Paesi: i Leopard sono presenti in notevole quantità anche in altri eserciti europei, in ben 12 Paesi oltre la Germania, scrive oggi il Corriere della Sera. Ma senza l’ok della cancelleria tedesca, nessuno può muoversi in tal senso.

Scholz nel vertice di Ramstein ha ribadito ancora una volta la necessità di avere una “copertura politica” sulla decisione di inviare i carri armati a Kiev. Una mossa strategica: tutti gli alleati, è la linea di Berlino, devono fornire in contemporanea lo stesso tipo di armi, solo così arriverà il via libera tedesco.

Redazione

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