Il disservizio quotidiano
Le Frecce non arrivano mai, la giornata di passione sui treni più veloci e costosi d’Italia: comunicazioni tardive e cambi stazione volanti
Napoli, stazione centrale. Il treno alta velocità di Trenitalia è in partenza alle 9.55 dal binario 19. Salgo giusto tre minuti prima, mi siedo, vedo intorno soprattutto turisti, accendo il pc e inizio a lavorare. Passano 10 minuti è il frecciarossa 9628 non si muove. Sul grande tabellone presente in stazione, che ho consultato poco prima di salire, nessun riferimento a un possibile ritardo, stessa cosa sull’App di Trenitalia. Sono le 10.15 e il treno non è ancora partito. Allora vado sul sito delle ferrovie dello Stato è in effetti un avviso c’è: “inizio evento – ore 9:30. La circolazione è rallentata per un guasto alla linea nei pressi di Caserta. Richiesto l’intervento dei tecnici per consentire la regolare ripresa della circolazione. I treni Alta Velocità possono registrare un maggior tempo di percorrenza fino a 30 minuti”.
Frecciarossa in ritardo, disagi per i turisti
Pazienza. Dopo 34 minuti d’attesa il treno parte. Sono le 10.29 e il capotreno ci informa che percorrerà la linea alternativa via Cassino, quella non riservata all’alta velocità. Tempo stimati di arrivo a Roma Termini fino a 90 minuti. Metto l’anima in pace e continuo a lavorare. Affianco a me c’è una donna spagnola con il figlio. “Abbiamo il volo da Fiumicino alle 13, speriamo di farcela”. Dietro c’è una ragazza di Bergamo che rientra a casa dopo una vacanza al Sud: “Papà non arriverò mai a Milano per le 16, così perdo la coincidenza, ti faccio sapere se devi venirmi a prendere”.
Frecciarossa Napoli-Roma in ritardo, cambio di stazione improvviso
Il treno intanto procede a velocità da crociera, l’arrivo previsto sugli schermi presenti nelle varie carrozze è inizialmente alle 11.40, 35 minuti di ritardo. Alle 11.20 però la nuova sorpresa, una voce ci informa che il treno arriverà si a Roma, alle 12,05, ma non alla stazione di Termini bensì a Tiburtina. Cosa vuoi che sia. La turista spagnola aveva i biglietti prenotati del Leonardo Express in partenza da Termini e diretto a Fiumicino. Un lavoratore pendolare, già in ritardo di mezz’ora rispetto all’orario d’arrivo concordato in ufficio, inizia a bestemmiare perché la sua sede era a poche centinaia di metri dalla stazione centrale capitolina. Per non parlare di chi aveva la coincidenza (anch’essa in ritardo, “che fortuna!”) a Termini ma che non prevedeva la fermata successiva a Tiburtina. Ascoltando queste disagi, passa in secondo piano il fatto che ho il motorino parcheggiato in una traversa di via Marsala, strada che costeggia il più grande scalo ferroviario d’Italia. Ad alleviare, si fa per dire, lamentele e disagi è l’orario d’arrivo del frecciarossa che si apre finalmente le sue porte nella stazione Tiburtina alle 11.54, dieci minuti prima dell’arrivo inizialmente annunciato.
La follia quotidiana
Per riassumere il treno partito da Napoli e diretto a Milano, arriva a Roma con 50 minuti di ritardo, rispetto all’iniziale tabella di marcia, saltando però la prima stazione in programma, Termini. Quella appena raccontata non è una giornata storta dell’Alta velocità dello Stato italiano ma è tristemente diventata una follia quasi quotidiana dove, tra annunci di ritardi… tardivi, cambi di programma (e stazione) comunicati a pochi minuiti dall’arrivo in città, diventa quasi una lotteria intercettare l’orario preciso d’arrivo. E poco importa se il costo dei biglietto è tra i più cari d’Europa.
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