Il treno di Lollobrigida non si ferma più. La vicenda della fermata di Trenitalia riservata al ministro fa ancora discutere la politica. Anche il giorno dopo la pubblicazione della notizia. Il diretto interessato è costretto a intervenire di nuovo, per ribadire che l’ipotesi delle dimissioni non è sul tavolo. L’opposizione insiste con il pressing e la Lega prende le distanze dal comportamento del fedelissimo di Giorgia Meloni. Lei, la premier, tace. Ma l’imbarazzo per l’ennesima gaffe del ministro-cognato pervade le stanze di Palazzo Chigi.

La difesa di Lollobrigida

E ritorna l’ipotesi di una sostituzione di Lollo in caso di un rimpasto di governo, prima o subito dopo le elezioni europee del 2024. Il Carroccio e Forza Italia hanno messo nel mirino da tempo il titolare dell’Agricoltura, mentre Meloni alla fine potrebbe liberarsi di un personaggio ormai ingombrante. E così Lollobrigida prova a spegnere le polemiche concedendo un’intervista al quotidiano Libero. Il ministro fa la vittima: “In un anno sono stato attaccato sulla sostituzione etnica, sulla mia vita privata, sulla mia carriera, ma io sono diventato prima militante della destra giovanile, poi cognato di Giorgia Meloni, quindi parente del premier e suo ministro; faccio politica da trentasette anni, perché ci credo e non per ambizione. Tutto è nato da questo”. Poi “Lollo” rispolvera ancora la versione offerta già mercoledì in una nota: “La fermata straordinaria è consentita dal regolamento delle Ferrovie. Ho chiesto di scendere alla prima fermata utile spiegando al capotreno le ragioni”. E ancora, ribadisce Lollobrigida: “Nessun danno, nessun ritardo, nessun disagio e nessun costo. Per nessuno”. Il titolare dell’Agricoltura e della sovranità alimentare torna sull’argomento al Forum dell’agricoltura e dell’alimentazione, organizzato a Roma da Coldiretti e The European House – Ambrosetti: “Non mi dimetto ma farò tutto quello che è necessario. Non sono mai fuggito al confronto in Aula”.

L’imbarazzo di Lega e Forza Italia

Ma, mentre FdI continua a difendere a spada tratta il suo ministro, arrivano alcune reazioni con sfumature diverse da parte degli alleati di Lega e Fi. Il distinguo più importante arriva da Massimiliano Romeo, capogruppo del Carroccio al Senato. “Il comportamento di Lollobrigida credo sia una cosa che bisognava evitare”, mette in chiaro Romeo, intervistato a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio 1. Poi prosegue nel suo rimbrotto a Lollobrigida: “Bisogna cercare di evitare di ingenerare polemiche, anche se capisco che ci possono essere delle questioni istituzionali e dei momenti in cui ci sono cose da fare”. Matteo Salvini, che è anche ministro competente per le Infrastrutture e i Trasporti, resta in silenzio. Interviene invece l’altro vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani. “Fs ha detto che non c’è stato alcun abuso e per me non c’è nessuno da far dimettere. La vicenda è chiusa e chiarita”, spiega Tajani. Ma più che una difesa convinta sembra una dichiarazione fatta per chiudere subito la questione e voltare pagina. Senza dimissioni, ma con tanto imbarazzo.