La notizia è che, nel momento in cui scriviamo, Francesco Lollobrigida ancora non si è dimesso. Forse è un luogo comune, ma mai come questa volta è vero che se fossimo stati all’estero il ministro sarebbe già nel suo ufficio a fare gli scatoloni. Invece no, oggi il cognato della premier Giorgia Meloni sarà ospite al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione organizzato a Roma da Coldiretti e dallo studio The European House – Ambrosetti. Infatti Fratelli d’Italia difende il titolare dell’Agricoltura e della “Sovranità alimentare”, mentre sono un po’ più freddine le reazioni e le difese d’ufficio degli altri partiti di centrodestra.

C’è di più. Magari una sostituzione di Lollobrigida potrebbe far comodo a Matteo Salvini, ansioso di aprire le danze del rimpasto per contare di più in Consiglio dei ministri e arginare lo strapotere dei meloniani. Non a caso, è Fdi l’unica punta dello schieramento di maggioranza a muoversi a testuggine per schermare il ministro dagli assalti delle opposizioni.

Cosa è successo sul Frecciarossa di Lollobrigida

Ma cosa ha combinato Lollo? Come ricostruito da Il Fatto Quotidiano e verificato da Il Riformista, Lollobrigida martedì ha fatto fermare un treno Frecciarossa Alta Velocità alla fermata di Ciampino, non prevista dalla tratta. Il perché di questa fermata ad hoc? Il treno partito da Torino e diretto a Salerno era in ritardo di quasi due ore e l’esponente di Fdi non avrebbe fatto in tempo a raggiungere Caivano all’orario previsto per inaugurare il parco urbano della cittadina della provincia di Napoli, salita agli onori della cronaca per il degrado e la criminalità.

Fatto sta che un ministro della Repubblica ha costretto il personale di Rfi a deviare il percorso di un treno verso una fermata “riservata” a lui e ai suoi collaboratori, che infatti sono stati gli unici a scendere a Ciampino. Poi via verso Caivano a bordo dell’auto blu, per evitare i ritardi ferroviari che anche martedì hanno provocato non pochi disagi alla circolazione di tutti i cittadini sul territorio italiano. Insomma, Lollobrigida è salito a mezzogiorno a Roma Termini, si è accorto del ritardo ed è sceso a Ciampino dopo un’ora, sempre a causa di ritardi e disservizi tecnici. “Un fermata straordinaria” per il ministro e per un paio di persone del suo staff.

Niente dimissioni per Lollobrigida

Non ci sono le dimissioni, ma nemmeno le smentite. Dopo una giornata di pressioni, anche da parte della premier Meloni, Lollobrigida commenta con una nota nel tardo pomeriggio. “Ero stato invitato a Caivano a inaugurare il Parco urbano alla presenza di centinaia di uomini e donne in divisa, studenti delle scuole elementari fino alle superiori, associazioni e cittadini – spiega il ministro – il treno che ho preso per arrivare, ho potuto scoprire solo dopo la partenza, aveva 100 minuti di ritardo e in pochi km ha effettuato diverse lunghe soste. Ho chiesto se fosse possibile scendere in una di queste, come anche altri passeggeri, ma le porte in assenza di passaggi per attraversare i binari non possono essere aperte”. Poi continua, ricalcando le giustificazioni che erano già state fornite in precedenza da alcuni uomini del suo entourage e da fonti di Trenitalia.

La spiegazione di Lollobrigida: “Fermata prevista”

Ecco la versione di Lollo: “La fermata di Ciampino non ha comportato alcun disservizio aggiuntivo o costi di nessun genere, neppure alcun rischio o ulteriore ritardo per nessuno. Si è trattata di una fermata straordinaria che, al ricorrere di casi straordinari, Trenitalia realizza abitualmente e che è stata annunciata e resa fruibile per tutti i passeggeri”. Lollobrigida quindi insiste sulla versione dell’impegno improrogabile: “Ho creduto e credo che la mia responsabilità fosse provare a garantire, senza violare alcuna legge o abusare del ruolo che ricopro, la mia presenza dove era stata richiesta e prevista. Per rispetto dei cittadini di Caivano soprattutto. L’unico privilegio che ho ricevuto è poter essere con loro”. Raffaella Paita, senatrice e coordinatrice nazionale di Italia Viva, risponde a “Lollo”, incalzando tutto l’esecutivo: “Anziché scusarsi, Lollobrigida rilancia. Un’arroganza che non conosce fermate, neanche straordinarie.

Italia Viva chiederà l’elenco delle fermate del Frecciarossa

Italia Viva chiederà l’elenco di tutte le fermate straordinarie e in quali casi queste siano state effettuate su richieste di membri del Parlamento e del Governo”. Infatti è inevitabile l’indignazione dell’opposizione. Matteo Renzi, senatore e leader di Italia Viva, chiede le dimissioni di Lollobrigida. “Se il ministro Lollobrigida ha davvero fermato un treno Alta Velocità in una stazione sul percorso Roma Napoli ed è sceso proseguendo poi in macchina siamo in presenza di un abuso di potere senza precedenti – scrive Renzi sui social – i ministri possono usare i mezzi dello Stato ma non possono fermare i treni di tutti i cittadini. Se la notizia sarà confermata chiederemo in Aula le dimissioni di Lollobrigida”.

La segretaria dem Elly Schlein, con i soliti tempi di reazione non proprio rapidi, commenta solo a pomeriggio inoltrato, durante la direzione del Pd: “Quello di Lollobrigida è un comportamento arrogante e indegno per un ministro. Abbiamo già presentato un’interrogazione”. Intanto le opposizioni annunciano anche un’informativa urgente al governo alla Camera sul caso. Giuseppe Conte, leader del M5s, parla di “segnale devastante per i cittadini”. Dalla Lega non hanno fretta di difendere “Lollo”, ma Paita chiama in causa il leader leghista, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti: “È necessario che il ministro Salvini venga in Aula al più presto per chiarire la vicenda del ministro Lollobrigida”.