La conferenza ministeriale Russia-Africa ha visto un’enorme partecipazione da parte delle nazioni africane che non hanno voluto mancare questo appuntamento. Per la prima volta questo vertice che va avanti dal 2019 si è svolto in Africa, esattamente al Cairo, dove il presidente egiziano Abdel-Fattah al Sisi si è detto onorato di ospitare gli amici russi. Il ministro degli Esteri di Mosca Sergey Lavrov ha tirato le fila diplomatiche di questo faccia a faccia fra la Russia ed il continente africano, dettando l’agenda di questa importante tre giorni.

L’idea dell’edizione di fine 2025 è quella di mettere al centro la cooperazione commerciale, economica e di investimento, con l’obiettivo di dare ulteriore impulso allo sviluppo del partenariato russo-africano.  Il viceministro degli Esteri russo Sergej Vershinin ha sottolineato l’importanza di spostare in Africa incontri di questo tipo, per mettere il continente al centro dell’attenzione e favorire una partecipazione di massa. Il responsabile della politica estera di Vladimir Putin ha anche organizzato una lunga serie di bilaterali con tutti i più importanti paesi africani, per firmare accordi commerciali e aumentare il peso geopolitico della Federazione Russa.

Mosca ha anche proposto di dare maggior peso all’Africa nelle Organizzazioni sovranazionali, soprattutto nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il ministro degli Esteri russo ha anche attaccato l’occidente, reo di ignorano cinicamente la sicurezza e lo sviluppo dell’Africa, un passaggio fondamentale per liberare finalmente il continente dalla dittatura occidentale e da ogni forma di neocolonialismo. Mosca ritiene infatti fondamentale il rafforzamento della lotta contro il terrorismo, soprattutto nel Sahel, dove ha lanciato un nuovo formato di incontro bilaterale, chiamato “Russia-Aes”, diventando il primo paese al mondo a riconoscere l’Alleanza saheliana formata da Niger, Burkina Faso e Mali. Mosca punta a rafforzare i partenariati soprattutto in ambito militare e nei settori spaziale e nucleare, per un uso pacifico dell’energia nucleare e sviluppare la digitalizzazione dell’amministrazione statale ed il settore bancario.

I russi stanno lavorando allo sviluppo del progetto Marine XII Lng, che prevede un impianto galleggiante di produzione e stoccaggio di gas naturale liquefatto e alla costruzione di un oleodotto nella Repubblica del Congo, mentre proprio in Egitto, la Russia sta costruendo la centrale nucleare di El Dabaa. Il governo moscovita vuole cooperare anche nel campo delle risorse minerarie, un tema affrontato nel primo dialogo Russia-Africa dedicato alle materie prime, che si è svolto ad ottobre dall’Università mineraria di San Pietroburgo. Ma la Russia punta anche alla cultura ed ha già aperto centri per l’istruzione in lingua russa e per l’insegnamento del russo in ben 27 nazioni africani, un “attacco” in grande stile ad un continente chiave per gli equilibri globali.

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Matteo Giusti, giornalista professionista, africanista e scrittore, collabora con Limes, Domino, Panorama, Il Manifesto, Il Corriere del Ticino e la Rai. Ha maturato una grande conoscenza del continente africano che ha visitato ed analizzato molte volte, anche grazie a contatti con la popolazione locale. Ha pubblicato nel 2021 il libro L’Omicidio Attanasio, morte di una ambasciatore e nel 2022 La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchia Europa entrambi editi da Castelvecchi