Le molestie e gli abusi sarebbero andati avanti a partire da quattro anni a questa parte. È la versione, secondo le denunce, che ha fatto scaturire la protesta dell’Istituto Valentini-Majorana di Castrolibero, in provincia di Cosenza. Sarebbero accusati diversi insegnanti, secondo alcuni media soltanto uno. La scuola comunque è stata occupata a oltranza dagli studenti. La Procura di Cosenza ha aperto un’inchiesta conoscitiva sul caso. Al momento non c’è nessun indagato nonostante le accuse forti dei ragazzi, anche nei confronti della dirigente scolastica.

Il fascicolo è stato affidato a un pool di magistrati che si occupa di casi di violenza contro le donne. La mobilitazione, secondo quanto rivendicato dagli alunni, andrà avanti fino a quando non si sarà fatta chiarezza sulla vicenda. Il ministero dell’Istruzione ha chiesto una relazione dettagliata alla dirigente Iolanda Maletta e ha inviato sul posto degli ispettori. Il ministro Patrizio Bianchi: “Abbiamo deciso di inviare subito gli ispettori per accertare i fatti e le responsabilità di ognuno nel pieno rispetto delle prerogative della magistratura. Casi come questi non possono rimanere nell’ombra o inascoltati”.

L’occupazione va avanti dallo scorso tre febbraio. La protesta è sostenuta da collettivi femministi e centri antiviolenza locali. Le molestie sono state segnalate da studentesse ed ex studentesse. Secondo le ragazze nonostante le loro segnalazioni alla dirigente scolastica, i loro casi sarebbero stati ignorati o minimizzati. A denunciare per prima una giovane di 21 anni: ha raccontato a Repubblica di essersi resa conto di quanto le era accaduto dopo aver cominciato a frequentare dei collettivi femministi all’università.

Dopo la sua denuncia – “Tutto ciò su cui non sono consenziente è violenza” – altre ragazze avrebbero cominciato a scriverle dicendo di aver subito abusi analoghi.  “La situazione è iniziata già nel 2017. A distanza di anni – ha detto a Lapresse – finalmente alcune ragazze hanno trovato il coraggio di denunciare. Vedere tutti questi ragazzi che si stanno battendo per la giustizia, mi dà la forza di andare avanti. Spero di essere stata d’esempio a molte ragazze che non trovavano il coraggio di denunciare”. La ragazza ha creato una pagina Instagram. Il primo post a fine gennaio dal titolo “FUORI I PEDOFILI DAL VALENTINI MAJORANA” faceva riferimento esplicito alla preside: “La dirigente Maletta conosce la situazione di soprusi ed abusi, che prontamente nasconde per salvare la reputazione del liceo: gli insegnanti non vengono licenziati e segnalati, bensì assegnati ad altre classi”.

Sulla pagina sono stati pubblicati dei testi in prima persona. “Durante i compiti in classe faceva spostare la mia compagna di banco e si sedeva per aiutarmi a prendere la sufficienza. Mentre mi spiegava cosa dovevo fare, poggiava la sua mano sulla schiena e scendeva. Io mi spostavo e dopo un po’ lui riprendeva cercando il seno. Non riuscivo a fare e a dire nulla, alla fine del primo anno mi sono trasferita” oppure come: “Vai in bagno, prendi il mio telefono e scatta una foto al seno, così almeno esci con una sufficienza”. Altri post fanno riferimento sempre ad espressioni di carattere sessuale che mortificavano le ragazze o ad atti di bullismo.

Dalle parole degli alunni sembra che delle violenze si sapesse da anni e che nell’Istituto vigesse un ambiente tossico. Così tossico che gli alunni maschi avrebbero cominciato a considerare legittimo esprimere commenti forti a sfondo sessuale. Le molestie si sarebbero moltiplicate nel periodo della Dad. Almeno 12 le denunce riportate dal quotidiano Repubblica.

La vicenda è seguita per gli studenti dall’avvocata del centro anti-violenza di Lanzino. È stata lanciata anche una petizione su Change.org: “All’interno della scuola vengono ciclicamente e costantemente perpetrate delle molestie verbali e fisiche alle studentesse da parte di – principalmente – professori”. L’appello chiede che la preside “si assuma le proprie responsabilità” e che “si dimetta” e che “i docenti incriminati vengano immediatamente allontanati”. Gli studenti hanno fatto sapere di aver consegnato ai carabinieri un plico con una ventina di testimonianze tra anonime e firmate.

La dirigente – al momento estranea, si chiarisce, a qualsiasi tipo di incriminazione o responsabilità – si è detta assolutamente all’oscuro delle violenze. Ha assicurato di non avere agli atti alcuna denuncia e che indagherà di cercare di capire e di indagare. Sul sito della scuola è stata pubblicata una lettera approvata all’unanimità da un Collegio dei docenti straordinario nel quale si afferma la necessità e l’interesse di fare chiarezza. “Non ci può essere alcuna tolleranza per ogni forma di molestia sessuale, di violenza fisica o verbale che offenda la dignità di tutti e in particolare di soggetti minori e in formazione – si legge – è necessario evitare inaccettabili generalizzazioni o processi sommari che sempre lasciano solo macerie e ferite profonde che difficilmente potranno essere rimarginate”.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.