Gli investigatori della Polizia hanno vagliato i filmati di decine di telecamere, controllato i social network e sentito i testimoni. Così  hanno stretto il cerchio tra quei gruppi di giovani che, nella notte di Capodanno, hanno prima molestato alcune ragazze e poi hanno fatto perdere le proprie tracce dall’affollata piazza Duomo. E soprattutto emergono i primi responsabili. Diciotto giovani vengono perquisiti tra Milano e Torino nella mattina di martedì 11 gennaio. Sono quindici maggiorenni e tre minorenni, età comprese tra i 15 e i 21 anni, sia stranieri sia italiani di origini nordafricane, rintracciati dagli agenti della Squadra Mobile di Milano e del Commissariato Centro.

La Scientifica è ricorsa anche all’utilizzo del software per il riconoscimento facciale al fine di identificare i componenti del branco di Capodanno. Il sistema di tracciamento Sari ha consentito di comparare i volti riconoscibili dalle telecamere stradali e di sicurezza con quelli recuperati sui social network (dove alcuni ragazzi avevano fatto commenti il giorno dopo le aggressioni) e incrociare le informazioni con il database dell’Afis (il sistema di identificazione delle forze dell’ordine) che cataloga i precedenti di polizia. I reati contestati ai primi indagati sono violenza sessuale di gruppo, rapina e lesioni aggravate.

In Procura sono stati delineati i casi di molestie su ragazze tutte poco più che maggiorenni e dopo aver analizzato il materiale è stato confrontato con i dati raccolti in mesi di servizi che polizia e carabinieri hanno svolto sulle comitive che gravitano abitualmente nell’area attorno alla cattedrale e alla Loggia dei Mercanti. L’ipotesi degli investigatori, guidati da Marco Calì e coordinati dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, è che in piazza quella sera abbiano agito più gruppi di giovani composti per lo più da italiani di origine straniera che dai quartieri periferici e da fuori Milano al fine settimana si riversano in centro. La dinamica è sempre la stessa. I giovani circondano le vittime trascinandole nella calca, strattonandole, rapinandole, molestandole.

IL PRIMO EPISODIO – Poco dopo la mezzanotte e mezza, di fronte all’ingresso della Galleria, uno di questi gruppi punta cinque amiche arrivate in Duomo per festeggiare insieme l’ultimo dell’anno. Gli aggressori circondano una di loro, le strappano di mano il cellulare, iniziano le molestie. Le altre amiche provano a intervenire in suo soccorso, si avvicinano, ma finiscono per essere trascinate nel groviglio di mani e braccia.

IL SECONDO EPISODIO – All’una passata accade il caso più grave che coinvolge la studentessa 19enne ripresa in un video poi finito sui social. La ragazza viene dapprima avvicinata da un giovane che le rivolge alcuni pesanti apprezzamenti. Passano pochi minuti e mentre si è attardata con un’amica (anche lei molestata, ma salvata quasi subito da un ragazzo della sua comitiva) viene acciuffata e trascinata via. L’assalto è brutale e termina solo con l’intervento degli agenti in tenuta anti sommossa che disperdono gli aggressori. Sarà la prima vittima a denunciare: è sconvolta, ha il maglione strappato, i pantaloni abbassati e numerose escoriazioni sul corpo.

LE TURISTE TEDESCHE – Due le 20enni schiacciate contro le transenne mentre in lacrime chiedono aiuto e tentano di respingere l’assalto. “Ho pensato ‘mio Dio stanno per stuprarmi'” racconta una di loro ai Quarta Repubblica: “Vedevano che piangevo, li supplicavo di fermarsi ma non si fermavano, ridevano”. Nei prossimi giorni i magistrati del pool ‘fasce deboli’ e gli agenti della Mobile di Milano ascolteranno le testimonianze delle nove vittime per isolare ulteriori elementi utili a identificare tutti i presunti responsabili delle aggressioni.

Riccardo Annibali

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