Sul caso del dossier anonimo inviato a luglio alla commissione di Vigilanza contenente accuse di presunti abusi sessuali, mobbing e servizi preconcetti, il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, ha dichiarato in prima serata su Rai3 di aver presentato denuncia alla Procura della Repubblica di Roma ben 4 mesi fa.

Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, quali sono i punti su cui è necessario fare chiarezza?

Come è possibile che dopo un tempo così lungo non si sappia ancora nulla sui contenuti e sull’origine di quel dossier? Come è possibile che la Procura non abbia fatto nulla? Oppure se, come è auspicabile, ha effettuato le dovute verifiche, perché non diffonde oggi subito un comunicato per dire cosa hanno appurato le indagini? Dopo che il caso è stato portato a conoscenza di milioni di italiani in prima serata sul servizio pubblico, è davvero doveroso e irrimandabile che venga fatta piena chiarezza, innanzitutto a tutela di una trasmissione come Report, che negli anni ha rappresentato il fiore all’occhiello dell’informazione pubblica italiana, ma anche a tutela delle stesse donne nominate nel dossier e della redazione intera.

Il conduttore di Report è già sotto scorta, che scenari aprirebbe la conferma di un dossier su di lui?

Ranucci è sotto scorta per aver subito pesantissime minacce di morte: se c’è un dossier che lo riguarda è doppiamente doveroso fare chiarezza, perché se si trattasse di un fake aprirebbe scenari non meno inquietanti del gravissimo scenario che vedesse quelle accuse confermate.

Il tema in questione è all’ordine del giorno e sempre più sentito, la convincono gli addebiti del dossier?

Parliamo di un caso, come quello di presunti abusi sessuali nei confronti delle donne, che dovrebbe avere massima precedenza proprio per la delicatezza di tali addebiti, che nel caso del dossier in questione appaiono circostanziati sebbene personalmente non mi abbiano convinto, tanto che da luglio non ho dato seguito pur essendo stato tra i destinatari dell’invio.

Il primo a chiedere chiarezza è stato lo stesso Ranucci in diretta tv, che aspettano i magistrati a chiarire?

Anche la Rai ha il dovere di fare la sua parte, sebbene in questi giorni sia apparsa, almeno pubblicamente, poco reattiva: avviare subito un’indagine dell’Audit interno, sentendo le persone coinvolte e verificando la fondatezza dello scenario contenuto in quella denuncia che sembrerebbe apparentemente avere le caratteristiche di un caso di whistleblowing. L’ad Fuortes si è impegnato ufficialmente in Vigilanza ad effettuare le dovute verifiche: passata una settimana dall’audizione, che verifiche sono state avviate?

Riccardo Annibali

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