Ci sono due fermati nell’indagine della Procura di Milano sulle aggressioni e molestie avvenute la notte di Capodanno a Milano nei confronti di almeno nove ragazze. Si tratta del 21enne Abdallah Bouguedra, nato a Torino e del 18enne Mahmoud Ibrahim, nato in Egitto, che vive a Milano col padre. Secondo le indagini della procura, i due giovani hanno colpito dopo aver pensato a un piano per ingannare le vittime.

Le giovani donne, infatti, sono state prima avvicinate da uno del branco, che con qualche scusa le ha importunate. Poi, improvvisamente, sono state travolte da un’orda di ragazzi, spintonate, immobilizzate, passate da un ragazzo all’altro come merce, buttate a terra, spogliate, palpeggiate ovunque, graffiate e persino rapinate. Sono state aggredite così durante la notte di Capodanno, nella principale piazza della città meneghina, almeno sei delle nove giovani strette come in una morsa da diversi gruppi di loro coetanei che le hanno usate “a piacimento e per soddisfare le proprie pulsioni, in spregio a ogni forma di rispetto” altrui, è la tesi dell’accusa.

Gli investigatori della Polizia hanno vagliato i filmati di decine di telecamere, controllato i social network e sentito i testimoni. Così hanno stretto il cerchio tra quei gruppi di giovani che, nella notte di Capodanno, hanno prima molestato alcune ragazze e poi hanno fatto perdere le proprie tracce dall’affollata piazza Duomo. E soprattutto emergono i primi responsabili, ritenuti autori delle violenze. Diciotto giovani sono stati perquisiti tra Milano e Torino nella mattina di martedì 11 gennaio. Sono quindici maggiorenni e tre minorenni, età comprese tra i 15 e i 21 anni, sia stranieri sia italiani di origini nordafricane, rintracciati dagli agenti della Squadra Mobile di Milano e del Commissariato Centro.

I ragazzi si dicono innocenti, difesi dai loro genitori che non credono alle accuse mosse dai pm. Ma le vittime confermano le aggressioni nei verbali: “Posso dire che tutto intorno era uno schifo, c’erano molti ragazzi e chiunque passasse si prendeva la libertà di mettere le mani addosso”, è la drammatica testimonianza di una delle giovani donne finita nel mirino del branco. “Ho urlato – ha spiegato un’altra ragazza agli inquirenti – cercando la mia amica, sono anche salita su un muretto per individuarla ma l’ho persa di vista. Nel mentre sono arrivate le forze dell’ordine con scudi e manganelli. La massa di aggressori si è dileguata”. La sua amica “era lì che cercava di coprirsi con il giubbino stretto sul petto, non aveva più indumenti addosso”, era “rannicchiata per terra piena di lividi”.

Ora i due ragazzi sono in carcere in stato di fermo, motivato dal pericolo di fuga. Ma, soprattutto, per il timore che potrebbero compiere nuovamente delle molestie. Il provvedimento è stato eseguito stamattina, dopo che per tutta la notte sono state sentite le vittime delle violenze in Duomo. A San Vittore è finito Mahmoud Ibrahim, il prossimo marzo 19 anni, nato in Egitto ma arrivato in Italia nell’estate del 2019 e passato anche per una casa di accoglienza a Milano. In cella a Torino, invece, è stato portato Abdallah Bouguedra, 21 anni, italiano di seconda generazione, anche lui è “innocente” per i genitori.

Per i pm, però, non ci sono dubbi. I ragazzi hanno “agito con la consapevolezza di poter approfittare dei festeggiamenti per il Capodanno per garantirsi l’impunità” e consumare la violenza “approfittando della forza intimidatrice del gruppo“.

Ma il 18enne Ibrahim, interrogato nel pomeriggio dal gip milanese Raffaella Mascarino, ha negato. Si è difeso dicendo di non aver “fatto niente”, di non aver “toccato” le ragazze, di aver visto la gente prima accalcata e poi correre e di essersi solo “messo a guardare”. Per lui i pm hanno chiesto la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere, mentre il difensore, l’avvocato Iacopo Viola, quanto meno gli arresti domiciliari. Il giudice deciderà entro venerdì, così come dovrà fare il suo collega di Torino.

Redazione

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