La 24esime edizione dei Giochi olimpici invernali hanno ufficialmente il via con la cerimonia d’apertura tenuta il 4 febbraio, nel pomeriggio italiano, nello Stadio Nazionale di Pechino, il “Nido d’uccello” costruito per le olimpiadi del 2008. Una cerimonia sfarzosa durate circa due ore, diretta dal registra cinese Zhang Yimou, un uomo capace di tre nomination agli Oscar per i film Hero, Ju Dou e Lanterne Rosse, conclusasi con l’accensione del braciere olimpico da parte degli atleti di casa Dinigeer Yilamujiang e Zhao Jiawen.

Una cerimonia blindata a causa delle restrizioni per l’epidemia di Covid-19 alla quale hanno partecipato 3mila comparse, mentre la capienza dello stadio era ridotta al 60 per cento. Migliaia le persone che hanno sfidato le temperature proibitive della capitale, dove si sono registrati anche i dieci gradi sotto zero.

In pista invece hanno sfilato 91 nazioni, tra cui alcune all’esordio come Haiti o l’Arabia Saudita. Per l’Italia la delegazione composta da 118 atleti, che ha sfilato in mantella tricolore, è stata capitanata dalla portabandiera Michela Moioli, campionessa in carica nello snowboard che ha sostituito l’infortunata Sofia Goggia, che è rimasta in Italia nel tentativo di recuperare la condizione fisica in vista delle gare di sci alpino della prossima settimana.

Importante e dal sapore smaccatamente propagandistico la scelta di far accendere il braciere olimpico a Dinigeer Yilamujiang, atleta della minoranza uigura, che da tempo subisce la repressione brutale del regime di Pechino nello Xinjiang.

Giochi olimpici che, come spesso accade, sono anche occasioni politiche. Al “Nido d’uccello” non c’erano diplomatici statunitensi, britannici, australiani, neozelandesi e canadesi perché i loro paesi hanno scelto di boicottare le Olimpiadi in segno di protesta verso le repressioni e i crimini commessi dal governo cinese contro le minoranze nel paese.

Non ha mancato l’appuntamento di Pechino invece il presidente russo Vladimir Putin, che per l’occasione ha anche incontrato l’omologo cinese Xi Jinping. I diplomatici russi, che non avrebbero dovuto essere presenti a causa delle sanzioni internazionali per lo scandalo del doping di stato, erano invece allo Stadio Nazionale perché invitati dalle autorità di Pechino.

Sebastian Bach, il presidente del Comitato olimpico internazionale, nel suo discorso di apertura delle Olimpiadi invernali ha lanciato un appello alla pace internazionale citando John Lennon e il suo “Give peace a chance”. Per Bach infatti la missione olimpica è di “unirci una competizione pacifica, costruendo sempre ponti, mai erigendo muri. Unendo l’umanità in tutte le sue diversità. Questa missione è fortemente sostenuta dall’Assemblea delle Nazioni Unite, che ha adottato la risoluzione sulla tregua olimpica. In questo spirito olimpico di pace mi appello a tutte le autorità politiche del mondo, affinché si impegnino in questa tregua olimpica”. Un messaggio ovviamente rivolto alle tensioni tra Russia e occidente sulla crisi in Ucraina.

Redazione

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