Manovre in corso al Nazareno, per la scelta dei candidati per le Europee
Lo strano caso del Dem Francesco Boccia, che non ha mai vinto un’elezione ma chiede agli altri di correre
Alla fine l’idea vincente nel Pd sarà quella di organizzare una sorta di Grande Fratello in versione politico elettorale, per scegliere i candidati per la tornata elettorale europea. E, intanto, la Segretaria Schlein ancora non ha deciso cosa fare.
Alla fine l’idea vincente nel Pd sarà quella di organizzare una sorta di Grande Fratello in versione politico elettorale. Resta nella ‘casa’ chi riuscirà a dimostrare un forte consenso personale, esce chi fa tanto rumore per nulla, e non riuscirà a raccogliere voti. Insomma la ‘riffa’ metterebbe in gioco il diritto di parola nel ‘nuovo’ Pd: se porti preferenze, potrai intervenire, in caso contrario zitto e mosca. In pratica un tutti dentro per le Europee, un invito rivolto soprattutto ai generali della minoranza, tanto pignoli con la segretaria, quanto avari nel contributo che possono dare in ‘famiglia’, o almeno questo pensano al Nazareno.
L’ordine, come al solito, è partito da Francesco Boccia, che ieri in un’intervista al quotidiano La Repubblica ha scandito: “Mi auguro che di qui al 9 giugno 2024, quando si voterà, vogliano tutti combattere anima e corpo contro la destra. Anzi, mi piacerebbe che l’intera classe dirigente del Pd si candidasse in prima persona per vincere. Se me lo chiedono, io lo faccio. E vorrei che lo dicessero tutti”.
La prima che deve ancora decidere cosa fare è però Elly Schlein, che dalla primavera ipotizza di scendere in campo come capolista in tutte e 5 le circoscrizioni: sarebbe una prima assoluta per un segretario del Pd. Ed anche un rischio mortale, perché in caso di raccolto insufficiente (sotto il 22,7%, la percentuale raccolta da Zingaretti nel 2019) sarebbe già pronta sul patibolo. I sondaggi che riguardano i democratici sono fermi da settimane, sospesi tra il 19 ed il 20%, un’agonia che incoraggia l’opposizione a pianificare il ‘regicidio’, all’indomani del voto.
La proposta del capogruppo dem in Senato in realtà nasconde un boccone avvelenato per Stefano Bonaccini, il governatore dell’Emilia Romagna che dopo tante titubanze, preferirebbe non candidarsi alle Europee, nella circoscrizione del Nord Est. Il leader di Energia Popolare medita di provare la strada del terzo mandato in Regione o di liberare un seggio alla Camera per entrare con le suppletive.
Al momento i nomi sicuri sono: Alessandra Moretti al Nord Est, al Nord Ovest Giorgio Gori, Brando Benifei, Chiara Gribaudo, Irene Tinagli, al Centro Marta Bonafoni, Nicola Zingaretti, Matteo Ricci, Camilla Laureti, al Sud Sandro Ruotolo, Pina Picierno, Antonio De Caro, nelle Isole Pietro Bartolo. Questo al netto dei capi di corrente, che come ha fatto il ‘patriarca’ Boccia, daranno la loro disponibilità a candidarsi. La ‘cartolina’ infatti riguarda Dario Franceschini, Lorenzo Guerini, Andrea Orlando, Matteo Orfini ed Anna Ascani o chi per loro.
Caso a parte quello di Dario Nardella. Il sindaco di Firenze scalpita da mesi per organizzare il suo trasferimento a Bruxelles, dove se la vedrebbe con Zingaretti per il ruolo di capogruppo, ma prima c’è da risolvere il nodo della sua successione. Il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha di fatto candidato una sua assessora: la campigiana Monia Mommi, oggi schierata con Elly Schlein, ma in passato seguace anche degli altri segretari.
Il problema è che Nardella ha lanciato in pista da mesi Sara Funaro, componente della giunta fiorentina. In più ci sono due volti noti dei dem che chiedono le primarie: Cecilia Del Re e Rosa Maria Di Giorgi. Un bel guazzabuglio da cui il segretario toscano del Pd Emiliano Fossi per ora non sa come uscire. Il punto è trovare un accordo con Matteo Renzi, il leader di Italia Viva, che avrebbe un jolly per sbaragliare la concorrenza: quello della vicepresidente della Regione Toscana, Stefania Saccardi.
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