La ricostruzione
Loggia Ungheria, perché Perugia non archivia su Amara?
A distanza di un anno dalla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Perugia del procedimento sulla ‘Loggia Ungheria’, la giudice del capoluogo umbro Angela Avila non ha ancora espresso le proprie determinazioni.
La tempistica non può non sollevare più di un interrogativo vista la decisione, la scorsa settimana, della Procura di Milano di chiedere invece il rinvio a giudizio per l’ex avvocato esterno dell’Eni Piero Amara ritenendo false e calunniose le sue dichiarazioni a proposito di questa fantomatica loggia paramassonica.
Secondo l’avvocato siciliano, sentito dai pm milanesi che indagavano sull’Eni alla fine del 2019, della loggia avrebbero fatto parte circa 90 persone tra politici, ex ministri, magistrati, appartenenti alle forze dell’ordine, imprenditori e liberi professionisti. La Procura di Perugia, ricevuti i verbali di Amara dai colleghi di Milano, aveva quindi proceduto soltanto nei confronti di coloro che si era ‘autoaccusati’ di farvi parte, come lo stesso Amara ed il suo socio Giuseppe Calafiore.
Ciò comportò anzitutto l’impossibilità di fare indagini nei confronti dei non iscritti (perquisizioni, tabulati, intercettazioni) ponendosi così nella impossibilità di ottenere risultati di rilievo e dunque di dimostrare anche soltanto la reciproca conoscenza di coloro che venivano indicati come appartenenti a questa loggia.
Dalle oltre 160 pagine della richiesta emerge infatti che il solo atto di indagine effettuato dalla Procura di Perugia è consistito nella perquisizione, con esito negativo, di Calafiore effettuata dopo che costui si era rifiutato di rispondere all’interrogatorio del 6 maggio 2021. Un atto a distanza di anni dalle dichiarazioni di Amara.
Il fascicolo era stato delegato al Gico della guardia di finanza di Roma (che viene citato ben 19 volte), il reparto che aveva fatto le indagini nei confronti dell’ex presidente dell’Anm Luca Palamara e che – come si è scoperto in dibattimento – aveva avuto rapporti con lo stesso Amara al quale consegnava le informative che lo riguardavano prima ancora che fossero depositate in Procura, finanche avvisandolo in anticipo delle perquisizioni che dovevano essere effettuate.
Il nome di Palamara, cosa alquanto singolare, nella richiesta di archiviazione ricorre per 111 volte. Quasi in ogni pagina. Eppure, Amara e Calafiore avevano sempre escluso che Palamara facesse parte della Loggia Ungheria. Ciononostante, le indagini furono indirizzate ancora una volta nei confronti dell’ex consigliere del Csm all’evidente scopo di attribuire, seppur ad intermittenza, credibilità ad Amara che all’epoca era il suo principale teste di accusa nell’inchiesta per corruzione, poi conclusasi con un patteggiamento per il reato di traffico d’influenze, che terremotò Palazzo dei Marescialli.
E veniamo, dunque, a Milano. I pubblici ministeri perugini avevano concluso la loro richiesta di archiviazione disponendo, appunto, la trasmissione degli atti “alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano perché valuti se siano o meno configurabili i delitti di cui agli artt. 368 e 369 cp”. L’articolo 369 codice penale incrimina l’autocalunnia. Ciò significa che i pm non credevano ad Amara quando accusava sé stesso e però gli credevano quando accusava Palamara.
Amara – la circostanza merita di essere ricordata – era stato esaminato in dibattimento al processo di Perugia nei confronti di Palamara e dell’ex pm romano Stefano Rocco Fava per rivelazione del segreto, tutt’ora in corso, il 7 ottobre 2022.
Nonostante ripetute richieste la Procura di Perugia non ha rilasciato ai loro difensori copia della richiesta di archiviazione del procedimento sulla Loggia Ungheria. I legali di Palamara e Fava non hanno quindi potuto utilizzare questo atto nel controesaminare Amara pur essendo in possesso di quasi tutti i giornalisti dal precedente mese di luglio e pur in presenza di una indagine nei confronti di un cancelliere della Procura di Perugia che lo avrebbe illecitamente divulgato.
Potranno essere questi i motivi, allora, perché la giudice Avila si sta prendendo tutto questo tempo prima di decidere se archiviare o meno il fascicolo?
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