Era stato soprannominato il killer delle fidanzate, anche se poi è stato condannato esclusivamente per l’omicidio di Antonella Multari, uccisa a Sanremo nel 2007.

Luca Delfino, attualmente recluso nel penitenziario di La Spezia, fra giugno e settembre prossimo potrà uscire dal carcere: prossimamente sono fissate due udienze in altrettanti tribunale di Sorveglianza competenti territorialmente per gli istituti di pena dove Delfino è stato recluso negli ultimi 16 anni, la pena che sta scontando per l’omicidio di Antonella Multari, dovuta alla semi-infermità riconosciuta a Delfino e allo sconto per il rito abbreviato.

Ma oggi Repubblica lancia l’allarme citando una presunta confessione fatta da Delfino ad un detenuto riguardo il progetto, una volta uscito dal carcere, di uccidere Bruna Biggi: quest’ultima è la sorella gemella di Luciana, altra ex fidanzata di Delfino, trovata senza vita in vico San Bernardo a Genova nel 2006.

Per quel delitto l’allora barista Luca Delfino venne indagato, processato e assolto: la Procura chiese per lui 25 anni di carcere, le telecamere della zona in cui venne trovata sgozzata la ragazza lo ripresero lì vicino, ma nessun testimone o prova scientifica lo inchiodarono poi nel processo.

Ora un detenuto di Ivrea, in carcere per fatti di criminalità organizzata, avrebbe rivelato il piano di Delfino agli inquirenti: un piano che vedrebbe coinvolta anche una terza persona, incaricata di far sembrare l’omicidio “un incidente”.

Per questo, scrive Repubblica, il pubblico ministero ha chiesto giovedì al tribunale di Sorveglianza che venissero inasprite le misure di sicurezza nei confronti dell’uomo, mentre già lo scorso anno la Questura di Genova aveva avviato una sorveglianza “leggera” nei pressi dell’abitazione della Biggi.

Una ricostruzione questa fermamente smentita da Riccardo Lamonaca, storico legale di Delfino, che sottolinea come “a Ivrea non aveva neanche compagni di cella. Aspettiamo la decisione del tribunale di Sorveglianza di Vercelli, ma credo che l’udienza davvero rilevante sarà quella fissata nelle prossime settimane a Massa”.

Per il legale inoltre “non ci sarebbe stata alcuna confidenza o confessione” perché il suo assistito “mai direbbe una cosa del genere soprattutto a uno sconosciuto”. Anche Delfino, videocollegato in una scorsa udienza, ha negato di aver programmato alcun tentativo di omicidio: “Non è vero niente”.

All’epoca della condanna per l’omicidio Multari, i giudici del tribunale di Sanremo avevano disposto nei confronti di Delfino sei anni e mezzo, dopo avere scontato la pena in carcere, di ospedale psichiatrico giudiziario, strutture adesso sostituite con le Rems. Le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza però non prevedono una sorveglia da parte delle forze di polizia.

Redazione

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