Moulin Rouge, Romeo + Juliet, Il Grande Gatsby, Australia sono solo alcuni dei titoli iconici che rappresentano il genio creativo e visionario di Baz Luhrmann, un regista che ha fatto del musical, di immagini schizofreniche, passionali ed estremamente cinematografiche una cifra stilistica senza eguali. Non si può non amare Baz, al massimo possiamo concederci di avere un preferito tra i suoi film, quello del cuore. Con queste premesse, è facile dunque immaginare che evento possa essere stato incontrarlo virtualmente e vedere in anteprima il trailer del suo nuovo lavoro, forse il più atteso di tutti perché incentrato sulla vita di un personaggio mitologico, la più grande superstar che sia mai esistita: Elvis.

Al regista australiano il compito insieme al suo protagonista Austin Butler, di accompagnarci in un primo sguardo a quest’opera, in arrivo al cinema con Warner Bros probabilmente a giugno 2022. Nei panni di una sorta di villain d’eccezione, Tom Hanks, in un ruolo che già promette di sovvertire ogni personaggio mai affrontato prima. “I trailer sono una porta che si apre sul film” annuncia un Luhrmann dallo stile inconfondibilmente retrò con tanto di acconciatura mullet. Perché un film su Elvis poteva essere una buona idea? «I grandi narratori come Shakespeare non scrivevano mai biografie. Utilizzavano le vite degli altri come base dalla quale partire per esplorare idee più grandi. Amadeus per esempio non è veramente un film su Mozart ma sulla gelosia. La verità è quindi che non c’è modo migliore per esplorare l’America degli anni ‘50, ‘60 e ‘70 se non attraverso la vita di Elvis Presley».

Il rischio, quando ci si approccia ad un mito che ha dato vita ad un mondo ed a migliaia di impersonificazioni è di non riuscire a renderne l’essenza, cadendo nella mera imitazione, quasi parodia. «Quando ho guardato le immagini di Elvis negli anni ‘50 non credo di esagerare nel dire che mi è apparso strano, scioccante. Il nostro lavoro quindi doveva consistere nel rendere questo impatto comprensibile al pubblico di oggi, che ne ha viste di tutti i colori». Tre anni di gestazione per Elvis e un lavoro sulla musica e sulla voce minuzioso per cui Luhrmann ringrazia Graceland e tutto il mondo di Elvis che ha aperto le porte ad un “outsider estremo” come lui: «Vengo da una città minuscola dell’Australia. Quando ho fatto Moulin Rouge, a Parigi ci sono arrivato come outsider e me la sono vissuta fino in fondo. Così è stato anche per Il Grande Gatsby, vivendo un po’ alla Fitzgerald. Per questo non faccio film con grande frequenza, perché la più grande gioia per me è vivermeli da straniero, estraneo».

Il film di Luhrmann non mancherà di indagare anche le contaminazioni nello stile musicale della superstar a partire dalla fonte primaria, la musica e la cultura afro americane: «Non c’è storia di Elvis senza la parte che comprende quelle influenze, è cresciuto in un quartiere dove a volte era l’unico bianco». Il trailer di Elvis è ora a disposizione di tutti e si può ufficialmente iniziare il countdown fino a, speriamo, l’estate 2022. Prima di lasciarci, Luhrmann sempre entusiasta ribadisce il grande lavoro fatto e le speranze per il suo Elvis: «I trailer sono un invito a entrare nel processo di lavorazione di un film durato 3 anni. C’è ancora tanto da raccontare perché abbiamo iniziato tante volte a girare questo film e nel frattempo il mondo è cambiato. È stato un viaggio incredibile in compagnia di Austin e Tom Hanks e torneremo presto a raccontarvi il resto della storia».