Se mettessimo in fila tutti gli improperi e le offese che politici e media italiani hanno dedicato a Macron dopo la sua sconfitta alle europee e l’indizione delle elezioni legislative, non basterebbe un’intera enciclopedia degli insulti, degnamente conclusa dalla nostra seconda carica dello Stato, il Presidente del Senato, che poche ore prima del voto ha definito MacronMicron”. Che pena e che imbarazzo.

Ma il buon La Russa è stato solo l’ultimo a maramaldeggiare con il Presidente francese, descritto come un pazzo, un disperato, un leader finito da editorialisti, commentatori e politici di destra e di sinistra (forse soprattutto di sinistra) che hanno manifestato la vocazione sciacallesca tipicamente italica ad infierire sugli sconfitti o presunti.

Il gioco d’azzardo di Macron

Invece Macron ha giocato sì d’azzardo, ma con grande finezza politica e con la mossa del voto anticipato si è ricollocato al centro della politica francese, ben al di là del ruolo che ricopre e che ricoprirà fino al 2027. Ha respinto l’assalto della destra di Le Pen favorendo l’unione di tutto il resto dello schieramento politico e adesso sta spacchettando la sinistra, che ha urlato in maniera scomposta alla vittoria, mentre lui ne sta separando la parte più digeribile e riformista dall’estremismo violento del tribuno Mélenchon.

Macron, non resta che rosicare

Naturalmente nulla è risolto in Francia, si apre una fase di instabilità all’italiana e la possibilità che la destra vinca nel 2027 resta molto elevata, ma Macron ha dimostrato di essere un politico molto fine, oltre che coraggioso. All’Italia provinciale dei commentatori a tanto al chilo, alle mezze calzette della politica, non resta altro che rosicare. Magari ne avessimo di statisti alla Macron. “Macron”, si dice, caro presidente La Russa.