Maria Rita Gismondo ci ricasca. La virologa e direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, dopo che nel marzo scorso era stata diffidata dal PTS (Patto trasversale per la scienza) per le sue dichiarazioni in cui ‘minimizzava’ la portata della pandemia di Coronavirus, è finita nuovamente al centro della bufera.

Tutta colpa, o merito, di un convegno dello scorso 4 luglio tenuto in Germania e ‘rispolverato’ da Tonia Mastrobuoni, inviata di Repubblica in Germania. Cinque mesi (il 4 luglio, ndr) fa la virologa del Sacco partecipò infatti ad un incontro organizzato da Alternative für Deutschland, il partito di estrema destra che si rifà neanche tanto velatamente al nazismo, al Bundestag, il parlamento tedesco.

Un invito arrivato da AdF e dal giornalista Billy Six, noto per le sue teorie negazioniste. Sempre a Six la Gismondo aveva concesso una intervista in cui sosteneva che i numeri del Coronavirus in Italia erano confusi e di “non sapere” se ci fossero davvero i corpi dei deceduti nelle bare di Bergamo portate via dai militari, una scena che aveva fatto il giro del mondo.

Dopo la bufera la Gismondo, ‘adottata’ dal Fatto Quotidiano che l’ha eletta a sua virologa di riferimento, con tanto di rubrica, ha provato a fare marcia indietro proprio con Repubblica. In una intervista concessa a Tonia Mastrobuoni la virologa del ‘Sacco’ fa mea culpa: “Quando ho ricevuto l’invito, sulla lista c’erano altri accademici e una persona del ministero della Salute tedesco”, spiega la scienziata, che aggiunge di non aver guardato “il simbolo, pensavo fosse una società scientifica. Credevo a un’ospitalità istituzionale di un congresso scientifico”. Quanto alle parole sulle bare di Bergamo, Gismondo precisa di esser stata fraintesa: “Io volevo dire che era una domanda assurda. Io dò per scontato che ci fossero le bare e i cadaveri, ma è ovvio”.

Dall’altra parte la virologa non smentisce altre dichiarazioni contro gli allarmismi: “Le immagini di Bergamo hanno creato in Italia anche molta depressione, suicidi”, mentre sulla letalità del Covid rimarca come “l’89% dei deceduti ha almeno altre 3 o 4 patologie e il 10–12% non ne aveva. Non è per sminuire, è per tutelare le persone al rischio”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia