Il 105esimo giorno di guerra: l'attacco a neanche 24 ore dall'intesa
Missili sul porto di Odessa, a rischio l’accordo sul grano: “Sputo di Putin in faccia a Erdogan e Onu”
A meno di 24 ore dalla firma dell’intesa mediata da Nazione Unite (Onu) e Turchia sull’esportazione dei cereali da tre porti del Mar Nero, l’accordo rischia di disintegrarsi, sbriciolarsi sotto i missili da crociera Kalibr lanciati sul porto di Odessa. L’accordo sul grano è in bilico, Kiev accusa Mosca. I missili hanno raggiunto proprio il luogo che ospita uno dei magazzini di grano. Gli altri due porti interessati dalla firma a Istanbul erano quelli su Chermomorsk e Yuzhny. “L’Italia – ha scritto in un tweet la Farnesina – condanna fermamente l’attacco al porto di Odessa e chiede che venga data piena attuazione all’accordo sulle esportazioni di grano dall’Ucraina firmato ieri”.
“Questo dimostra solo una cosa”, che Mosca “troverà il modo di non attuare” l’intesa, ha attaccato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ancora più duro il portavoce del ministero degli Esteri, Oleg Nikolenko, che ha parlato di uno “sputo di Putin in faccia al segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e al presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan, che hanno compiuto enormi sforzi per raggiungere un accordo”.
Mosca non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali ma il ministro della Difesa turco Hulusi Akar, pur dicendosi “preoccupato”, ha riferito che “i russi ci hanno detto che non hanno assolutamente nulla a che fare con questo attacco e che stanno esaminando la questione molto da vicino”. L’accordo sul grano era stato considerato di cruciale importanza e salutato con grande favore dalla comunità internazionale: non solo per lo sblocco di circa 25 tonnellate di materiale ma anche per essere la prima intesa, anche se non diretta tra Kiev e Mosca, dallo scoppio della guerra causata dall’invasione russa lo scorso 24 febbraio.
L’Ansa riporta come dal campo le notizie stiano arrivando piuttosto confuse. Responsabili locali hanno parlato di “due missili abbattuti dalle forze di difesa antiaeree e due che hanno colpito le strutture infrastrutturali del porto”. “Ecco quanto valgono questi accordi con un Paese terrorista”, ha commentato amaro Yuriy Ignat, portavoce del Comando dell’Aeronautica militare dell’Ucraina. In un primo momento il deputato Oleksiy Goncharenko aveva affermato che c’erano vittime, poi dalla Guardia meridionale è stata smentita sia la presenza di morti e feriti sia il fatto che ci fossero danni significativi. In serata un nuovo bilancio fornito dal capo dell’amministrazione militare regionale di Odessa Maksym Marchenko parlava invece di “alcuni feriti e danni all’infrastruttura portuale”.
Marchenko ha parlato della Russia come di “un Paese terrorista con il quale è impossibile negoziare qualsiasi cosa. E tutti gli accordi con loro non valgono nemmeno la carta su cui sono scritti“. Dura la reazione dell’Onu: il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha condannato “con fermezza” l’attacco, definendo “imperativa” la piena attuazione dell’accordo. Condanna anche da parte dell’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, secondo il quale “colpire un obiettivo cruciale per l’esportazione di grano un giorno dopo la firma degli accordi di Istanbul” dimostra “ancora una volta il totale disprezzo della Russia per il diritto e gli impegni internazionali”. Per il commissario Ue Paolo Gentiloni le bombe russe su Odessa sono “una sfida all’Onu e a ogni sforzo di negoziato”.
La guerra in Ucraina è arrivata al 105esimo giorno. Lo Stato Maggiore ucraino oggi ha comunicato di aver respinto un assalto delle forze russe verso Kramatorsk, nel Donetsk. A Kirovohrad, nel centro del Paese, ci sono stati tre morti e 19 feriti per un attacco contro un’infrastruttura ferroviaria. E Zelensky tiene alta la bandiera della controffensiva mediatica. “La guerra non ha spezzato l’Ucraina e non la spezzerà”, ha detto il presidente alla cerimonia di apertura del Summit internazionale delle First Ladies and Gentlemen che ha riunito a Kiev celebrità e personalità da varie parti del mondo. Oltre alle first lady di Lettonia ed Estonia, che hanno visitato anche Bucha e Irpin, hanno confermato la loro partecipazione l’ambasciatore di buona volontà dell’Unicef David Beckham e gli attori Richard Gere, Ashton Kutcher e Mila Kunis. Gli Stati Uniti hanno annunciato altri aiuti a Kiev per un valore di 270 milioni di dollari.
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