Ma il medagliere azzurro vola
Mondiali di nuoto a Fukuoka, Paltrinieri ottavo negli 800 stile
Semifinale fatale per il Setterosa azzurro che, al termine della gara tutt’altro che scontata disputata ieri mattina contro l’Olanda, ha dato tutto per recuperare l’iniziale svantaggio, non riuscendo tuttavia a completare la rimonta avviata a partire dal secondo parziale. Il 2-4 d’apertura messo a referto dalle olandesi è stato decisivo per le ragazze del commissario tecnico Carlo Silipo, che l’aggancio alle avversarie l’hanno addirittura sfiorato al termine dell’ultimo quarto, con la traversa colpita da Dafne Bettini a ricordare che nello sport – in fondo – gli episodi contano e lo fanno per davvero.
Per decidere la finalista ai Mondiali di Fukuoka s’è dunque dovuto attendere fino all’ultimo respiro, una prova tutta orgoglio della Nazionale italiana che – quando un po’ di fortuna non avrebbe affatto guastato – nulla ha potuto di fronte all’occasionissima rimasta stampata sul palo orizzontale della porta avversaria. Un po’ più di attenzione difensiva nelle battute iniziali avrebbe forse potuto far girare diversamente l’inerzia del match; con i se e con i ma però si fa poca strada, specie quando la differenza vista tra le due contendenti è stata così poca che ogni episodio avrebbe potuto (e così è stato) fare la differenza.
Sempre ieri, le corsie della piscina non sono state tenere nemmeno con Gregorio Paltrinieri. Dopo averci messo tutto sé stesso nella qualificazione, nella finale degli 800 metri a stile libero l’atleta azzurro è arrivato al limite delle forze; di fronte a sé, invece, una batteria fatta di braccia e spalle in forma, con l’ultimo posto a testimoniare la giornata no dell’italiano e al contempo a mettere più di un punto di domanda su quei 1500 che – in base a quanto visto in acqua – difficile possano portare in dote chissà quali soddisfazioni. A vincere è stato il tunisino Ahmed Hafnaoui, capace con la sua prova di legittimare il titolo di campione olimpico in carica di fronte agli attacchi dell’australiano Samuel Short – che ha chiuso al secondo posto – e dello statunitense Bobby Finke, con la sua mano a stamparsi come terza sul bordo della vasca giapponese.
Nei 100 metri a stile libero non è andata meglio ad Alessandro Miressi, che con il tredicesimo tempo complessivo è stato costretto a salutare anzitempo l’appuntamento iridato; così era peraltro avvenuto il giorno prima nei 200 farfalla anche ad Alberto Razzetti, rimasto escluso davvero per un nonnulla – che, tradotto in soldoni, significa tre miseri centesimi – dall’ultimo atto della disciplina.
Nona piazza finale, invece, per Elisa Cosetti. La specialista delle grandi altezze s’è piazzata subito alle spalle delle migliori nella gara di tuffi da 20 metri; a vincerla è stata l’australiana Rhiannan Iffland, che al tetto del mondo dà ormai del tu avendo già vinto il titolo mondiale nel 2017 a Budapest e nel 2019 a Gwangju. Buon quinto, seppur con qualche rimpianto, per Nicolò Martinenghi nei 50 rana.
Quattro argenti pesanti negli ultimi giorni sono comunque arrivati. Il primo è toccato a Thomas Ceccon, che nei 100 dorso è arrivato a un soffio dal vincitore, l’americano Ryan Murphy; piazza d’onore anche per Martinenghi nei 100 rana, per Simona Quadarella nei 1500 stile libero e per la staffetta 4×100.
Se a questo aggiungiamo il primo posto del già citato Ceccon nei 50 farfalla il medagliere azzurro sale a due ori, sette argenti e tre bronzi, con dodici medaglie complessive a ribadire la vitalità di un movimento che – a dispetto di qualche battuta a vuoto – ha tutto ciò che serve per fare bene. Da qui a domenica, peraltro, c’è ancora tempo per raccogliere.
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