Luc Montagnier è morto: dopo un giorno almeno di giallo, senza né conferme né smentite alla notizia scritta per prima da FranceSoir, è arrivato il riscontro ufficiale. E sui social i No Vax non si sono fermati al cordoglio per la morte del Premio Nobel per la medicina che era sceso in campo da anni contro i vaccini, in particolare contro i farmaci anti-covid, ma hanno tirato fuori diverse teorie complottiste. Immancabile lo zampino di Big Pharma.

Montagnier aveva 89 anni. È morto all’ospedale americano Neuilly-sur-Seine a Parigi. Il quotidiano Liberation ha riportato il certificato di decesso del professore e la testimonianza della dottoressa Béatrice Milbert, con la quale il professore avrebbe dovuto organizzare una tavola rotonda a Ginevra nel gennaio 2021. Anche il controverso professore Didier Raoult – “padre” della clorochina con la quale curava i suoi pazienti contagiati dal covid-19 a Marsiglia e il cui uso è stato bocciato sia dall’Oms che dall’Ema che dall’Aifa – aveva confermato la notizia nel pomeriggio.

Il professore aveva vinto il Nobel per la Medicina per i suoi studi sull’Aids ma da anni era stato screditato dalla comunità scientifica e allontanato dall’Institut Pasteur per le sue teorie. Il mondo social è apparso disorientato davanti a una notizia data per ore come un giallo, un mistero senza il conforto di alcuna fonte ufficiale. “Vogliamo sapere se è morto e come è morto”, si leggeva sui profili social agitati già in quella fase. “Se verrebbe confermata (scritto proprio così, ndr) la morte di #Montagnier, sarebbe spontaneo pensare ad un omicidio mirato, il cui mandante andrebbe cercato tra quelle che Falcone definiva ‘menti raffinatissime’”, si spingeva a osservare un altro.

Quando è arrivata la conferma sui social sono partite le teorie – naturalmente senza alcuna prova e fonte – ad avanzare le ipotesi più strampalate e senza alcun fondamento. Per alcuni Montagnier “è morto di covid”, per altri “proprio dopo aver fatto il vaccino anti-covid”. Il complotto supremo è tirato in ballo da diversi utenti: risponde al nome di Big Pharma. E ancora, secondo altri, il Premio Nobel è stato “ucciso dai governo pro-pharma” direttamente. FranceSoir aveva scritto che lo scienziato si era spento serenamente martedì scorso alla presenza dei suoi figli. Gli hashtag hanno spiccato il volo dopo la conferma della notizia.

“Il ‘silenzio complice’ che sta avvolgendo la scomparsa di Montagnier, che fa seguito al semi-silenzio per la morte di De Donno (il medico “padre” della terapia col plasma iperimmune morto suicida la scorsa estate, ndr), la dicono lunga sul fatto che il regime apolide ufficiale si sia tolto di mezzo due figure scomodissime e ingombranti!”, scrive un alto profilo. Le elucubrazioni fanno riferimento anche al fantomatico Norimberga 2 – espressione che fa riferimento a un fantomatico processo contro i responsabili della pandemia da covid e della somministrazione dei vaccini e che si ispira al maxi processo ai gerarchi nazisti: il parallelo tra la dittatura sanitaria e il Terzo Reich e le guerre razziali è molto frequente – dove avrebbe dovuto testimoniare il premio Nobel. “La pagheranno tutti al processo non avranno nessun posto dove nascondersi”.

Montagnier da anni sosteneva teorie che trovavano credito nella galassia dei complottisti. Un suo video sul covid-19 è diventato virale a inizio 2020. Lo scienziato diceva che il virus era stato manipolato da un professionista: al virus classico proveniente dal pipistrello era stata aggiunta una sequenza del virus dell’HIV. E aveva anche suggerito di curare il contagio con le onde elettromagnetiche. La teoria è stata smontata da scienziati e ricercatori di tutto il mondo. Alcune teorie sull’HIV di Montagnier sono state giudicate infondate perfino da Françoise Barré Sinoussi, che aveva vinto il Nobel con il professore. A novembre 2017 un gruppo di oltre 100 scienziati aveva firmato una lettera aperta contro le posizioni di Montagnier che suggerivano un legame tra vaccini e autismo. Anni fa il Premio Nobel aveva fatto parlare di sé anche per la proposta di curare il Parkinson e altre malattie degenerative con il succo di papaya.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.