Il telefono di Alessandra Moretti, a Bruxelles, squilla più di prima. Le arriva anche la solidarietà piena di Elly Schlein. La decisione degli europarlamentari di scavalcarne l’immunità non smette di somigliare a una duplice ferita, dagli italiani del centrodestra e dagli stessi alleati del campo largo. Un tema che dovrebbe suscitare, al Nazareno, più di qualche riflessione sulla tenuta della coalizione.

Come commenta la decisione di ieri sulla revoca della sua immunità?
«Come ho già avuto modo di dire, la decisione di due giorni fa, che conferma quella assunta dalla Commissione giuridica, è una scelta che indebolisce il Parlamento europeo. Lo indebolisce perché la revoca della mia immunità è stata motivata da ragioni politiche: questo è stato detto chiaramente da esponenti di Fratelli d’Italia. Non si è entrati nel merito. Io avevo prodotto in Commissione numerosi documenti che smontavano punto per punto le circostanze che mi vengono addebitate e avevo anche chiarito che parte delle accuse riguardavano la mia attività parlamentare, le mie scelte, i miei voti, le mie dichiarazioni. Questo rappresenta un’invasione di campo che viola il principio della separazione dei poteri, che è alla base dello Stato di diritto. Con il voto di ieri si apre un vulnus, un precedente molto pericoloso».

Ha citato Fratelli d’Italia. C’è anche chi parla di un “dispetto” da parte del Movimento 5 Stelle.
«Su Fratelli d’Italia la dichiarazione è grave, ma posso anche comprenderne la logica politica. Il voto dei 5 Stelle invece non l’ho capito, lo dico sinceramente. Ho ricevuto in questi mesi tantissima solidarietà e sostegno da tutti i colleghi del Movimento 5 Stelle qui al Parlamento europeo. Per questo quel voto mi ha sorpresa. Non voglio però andare oltre e non voglio recriminare».

Sul piano personale, immagino la sua amarezza.
«C’è amarezza, sì, perché vivo questa vicenda anche come una profonda ingiustizia. Ma allo stesso tempo c’è molta serenità. Dieci mesi fa, quando mi è arrivata la richiesta di revoca dell’immunità, mi sono immediatamente messa a disposizione della magistratura belga, scrivendo alla giudice e dichiarandomi pronta a rispondere a tutte le domande. Oggi lo ribadisco: ho fiducia nella magistratura e chiedo che venga fatta chiarezza al più presto».

Nel frattempo continuerà il suo lavoro parlamentare?
«Certamente. Continuerò a lavorare come deputata europea e a seguire i dossier e le materie sulle quali mi sono sempre impegnata in questi anni».

Questa vicenda si inserisce in una fase in cui si parla di un certo eccesso di giustizialismo nelle inchieste europee e belghe. Lei che ne pensa?
«Su questo non entro nel merito. Ho grande rispetto di tutte le istituzioni e del principio della separazione dei poteri. Credo però che debba esserci una grande reciprocità: ogni potere deve rispettare l’altro ed evitare invasioni di campo».

Il tema dell’immunità è spesso frainteso.
«Esatto. Va fatta chiarezza: l’immunità non significa impunità. I deputati non sono coperti dall’immunità per fare ciò che vogliono. L’immunità è una garanzia della libertà e dell’indipendenza del Parlamento. E dirò di più: non protegge il singolo politico, ma il ruolo istituzionale del parlamentare eletto. In questo senso tutela la volontà popolare».

Lei è stata eletta con oltre 83mila preferenze.
«Sì, e sento sulle mie spalle una grande responsabilità. Oggi, dopo quanto è accaduto, la sento ancora più forte. In un momento in cui l’Europa è sotto attacco, tra disinformazione, attacchi ibridi e fake news, dovremmo essere più forti nel difendere questa istituzione. Quello che oggi colpisce me avrebbe potuto colpire chiunque svolga il ruolo di parlamentare in questa assemblea».

Veniamo all’Europa e alla guerra in Ucraina. In questi giorni si discute del congelamento degli asset russi. Il Pd esprime almeno due posizioni diverse: qual è la sua?
«La cosa fondamentale è schierarsi senza alcun dubbio dalla parte dell’Ucraina. Il sostegno deve essere totale, senza riserve. L’Europa deve svolgere un ruolo centrale nella diplomazia e nelle trattative per arrivare a una pace giusta».

E sulle sanzioni alla Russia?
«Le sanzioni vanno applicate. È giusto che chi ha causato un danno se ne assuma la responsabilità. È chiaro che le questioni vanno valutate con attenzione e nel rispetto del diritto, ma deve essere chiaro chi ha causato il danno e chi deve contribuire alla riparazione».

Ha notato anche lei la rapidità con cui la portavoce russa Zakharova è intervenuta su alcune inchieste europee?
«Sì, e credo che ci sia un gioco molto chiaro: indebolire le istituzioni europee e le figure che ricoprono ruoli importanti al loro interno. L’attacco all’Europa è sotto gli occhi di tutti. Mi piacerebbe vedere un’Europa capace di reagire con più forza, con la schiena dritta, consapevole che oggi la guerra non si combatte solo con le armi convenzionali, ma anche con strumenti ibridi che possono fare enormi danni».

In ogni caso, Schlein le ha espresso solidarietà, sente il Pd con lei?
«Sì. Ho ricevuto una valanga di affetto e di solidarietà, a partire da Elly Schlein e da tantissime persone. La forza per affrontare questo momento difficile mi viene non solo dalla mia famiglia e dai miei collaboratori, ma soprattutto dal mio partito, dalla mia comunità politica e dai tanti elettori che continuano a sostenermi».

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.