Starlink
Musk è pronto ad aiutare l’Italia: la cybersecurity diventa campo di battaglia
Nessuno come Elon Musk sembra riuscire a monopolizzare il dibattito politico nel nostro paese, tanto da aver spodestato nelle mente dell’opposizione il sempre evocato “pericolo fascista”. Elon Musk è la bestia nera dei progressisti, che mal sopportano il fatto che un genio innovativo e spregiudicato come lui abbia scelto di posizionarsi a destra, sostenendo l’altra bestia nerissima per la sinistra Donald Trump. Si sa che la sinistra ha un’anima internazionalista, ha solo sostituito al vecchio Comintern la Convention del Partito Democratico Usa e la foto di Lenin con quella di Kennedy e Obama – e dunque risponde all’unisono all’ordine di attaccare i comuni nemici.
La sinistra italiana poi di problemi ne ha tanti, ed è in sempiterna ricerca di una propria narrazione, da opporre alla vulgata meloniana, che odiano, ma invidiano. Così un Musk in perfetta sintonia con la premier, già inviso alla sinistra made in Usa, si trasforma nel nemico perfetto, nel bersaglio privilegiato, nel regista occulto della nuova Spectre politica, un’evoluzione fantascientifica della vecchia “internazionale nera”. Ed ecco che il “genio” si trasforma in “pazzo”, e addirittura in un “pericolo” da arginare, e il suo X una piazza “volgare” in cui non si censura chi non la pensa come la sinistra, aberrante per le educande progressiste.
La nuova amministrazione USA
Ma con il ritorno di Trump alla Casa Bianca e Musk che farà parte della nuova amministrazione Usa, un paese alleato, è oggetto di una serrata dialettica con l’opposizione e de relato con la maggioranza, che un po’ si gode lo spettacolo in un certo qual modo fantascientifico. Prima le schermaglie sull’immigrazione, con i tweet su X non graditi alla sinistra in sostegno alle politiche di contrato all’immigrazione clandestina. Poi nel mezzo della crisi tra Italia e Iran per il caso Cecilia Sala, ecco spuntare fuori la questione dei satelliti Starlink, rilanciata dall’agenzia Bloomberg secondo cui il viaggio lampo della Presidente del Consiglio a Mara-a-Lago per incontrare Trump fosse stata l’occasione per chiudere il contratto pendente tra SpaceX e l’Italia da 1,5 miliardi, che garantirebbe all’Italia per un quinquennio la fornitura di servizi avanzati di sicurezza nelle telecomunicazioni.
La smentita di Palazzo Chigi
Palazzo Chigi ha smentito prontamente la notizia rilanciata da Bloomberg e generatrice di un serrato attacco da parte delle opposizioni, con in testa Matteo Renzi, Elly Schlein e dulcis in fundo Giuseppe Conte (il premier che firmò l’accordo “sulla via della seta”) che si sono scagliati contro quello che hanno giudicato una svendita basata sull’amicizia tra la premier e il patron di SpaceX. Per la Presidenza del Consiglio “le interlocuzioni con SpaceX rientrano nei normali approfondimenti che gli apparati dello Stato hanno con le società – precisando che nel caso di specie – con quelle che si occupano di dati crittografati”.
L’intervento della Commissione europea e i commenti
Persino la Commissione europea è intervenuta ribadendo che l’Italia è uno Stato sovrano, qualora il concetto fosse passato di mente. Il leader della Lega Salvini si è pronunciato favorevolmente ad un eventuale accordo con Musk, e lo stesso protagonista, sempre sul suo megafono personale X ha confermato “Pronti a fornire all’Italia la connettività più sicura e avanzata”, giusto per aizzare gli animi e godersi lo spettacolo. Sembra che lo sport preferito di Musk si quello di far rodere i fegati della sinistra globale, e quella italiana ha una soglia di resistenza fortemente indebolita.
Del resto a netto della smentita di Palazzo Chigi è chiaro che la cybersicurezza e l’efficienza nelle telecomunicazioni crittografate rientrino nelle priorità degli apparati di sicurezza italiani, e ad oggi il progetto europeo di una rete di satelliti cui guarda la sinistra non ha alcuna garanzia di tempi ed efficienza e il costo dovrebbe attestarsi sui 10 miliardi, come se creassimo una rete del tutto autonoma e italianissima. La verità al netto della polemica è che anche in questo caso l’Europa è inconcludente e oggi i tempi che impone la storia sono molto più serrati di quelli a cui sono legate le logiche di Bruxelles e Roma non può restare a guardare.
© Riproduzione riservata