«La sobrietà, l’attenzione ai giovani e la cultura delle regole che emersero nella visita di Mattarella al Suor Orsola sono le stesse sue qualità che hanno caratterizzato il suo primo settennato da presidente della Repubblica così apprezzato dagli italiani. Quello sguardo intenso, per nulla freddo e molto comunicativo del senso del dovere con cui lo avevamo conosciuto allora e lo abbiamo sempre visto in questi ultimi sette anni è lo stesso sguardo da padre affettuoso ma giustamente severo che abbiamo ritrovato già nel suo primo breve ma significativo discorso dopo la nuova elezione».

Nel giorno del giuramento del presidente Sergio Mattarella, il rettore dell’università Suor Orsola Benincasa, Lucio D’Alessandro, condivide il ricordo del suo incontro con il capo dello Stato avvenuto proprio nell’aula magna dell’università napoletana. «Una scelta, quella del presidente Mattarella di restare a disposizione delle istituzioni, che mi ha ricordato la lezione ciceroniana di cultura stoica per la quale l’interesse pubblico deve sempre prevalere su quello personale – aggiunge D’Alessandro -. Insomma, la solennità della circostanza non mi fa temere di credere che le prime poche parole del Mattarella bis possano considerarsi una nuova pagina di quel De officiis che Marco Tullio Cicerone, nel contesto della sua difesa della Res publica romana, dedicò al figlio Marco per educarlo ai doveri della vita pubblica. Una lezione fondamentale per la futura classe dirigente del Paese ed in particolare per la nostra comunità accademica che si augura di cuore una “visita bis” nei prossimi sette anni».

Non solo il mondo accademico, ma tutta la città ha mostrato di apprezzare la sobrietà e le capacità del presidente della Repubblica. Nel suo discorso di ieri Mattarella ha nuovamente affrontato, del resto, temi cari anche alla nostra città, parlando di saggezza, responsabilità istituzionale, speranza, giustizia, dignità per tutti, anche per chi è in carcere. Era il 20 novembre 2015 quando, dopo un breve riposo a Villa Rosebery, al Suor Orsola ci fu un primo “Mattarella bis”. Il presidente fece ritorno nell’aula magna dell’ateneo napoletano per la cerimonia di chiusura della quinta edizione della Scuola di alti studi politici dell’università diretta da Lucio d’Alessandro e Ciriaco De Mita. Mattarella seguì con grande attenzione la lectio doctoralis del presidente emerito della Corte Costituzionale, Francesco Paolo Casavola, dedicata ad un delicato tema politico-istituzionale, “La crisi della democrazia rappresentativa”, che significativamente è stato proprio uno dei nodi che lo hanno “costretto” oggi al bis da presidente della Repubblica.

«Nella mia lunga militanza politica – raccontò quel pomeriggio Ciriaco De Mita con la sua consueta ficcante ironia – l’unico che è riuscito ad interrompere i miei interventi è stato il presidente Mattarella che quando scadeva il tempo dei miei interventi nel gruppo parlamentare mi toglieva subito la parola, perché Sergio Mattarella è l’uomo delle regole. E nei giorni precedenti alla sua elezione (quella del 2015), a chi mi chiedeva perché sostenevo Mattarella rispondevo proprio perché lui era l’uomo delle regole».

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).