Gennaro
Napoli, i segni della città che cambia: da via Protopisani a Capodichino. Boom delle imprese innovative
A Napoli il confine tra un passato disordinatamente industriale e anti-ecologico e un futuro orientato a uno sviluppo tecnologico e rispettoso dell’ambiente è ben visibile in via Protopisani, quartiere San Giovanni a Teduccio. Da un lato della strada ci sono ancora le case ormai cadenti dove un tempo abitavano gli operai della Cirio, dall’altro sorge il Polo tecnologico dell’Università Federico II, che della Cirio ha preso il posto una decina d’anni fa e un po’ per volta ha cominciato ad ospitare alcuni istituti del Cnr, parecchie startup, molte academy aperte dall’ateneo in collaborazione con aziende locali, nazionali e internazionali: il caso più noto è quello della Apple.
Il futuro della Napoli turistica su cui punta tanta parte dell’economia cittadina passa invece dall’aeroporto di Capodichino, dove sbarcano ogni anno milioni di visitatori italiani e stranieri: anche in questo caso la tecnologia è protagonista del boom di uno scalo che è passato dai 6,2 milioni di passeggeri totali del 2015 a 12,6 milioni del 2024: più del doppio. Tale crescita beneficerà dell’apertura della stazione della linea 1 della metropolitana, un altro segno dello sviluppo della città alla caccia della propria modernità e una tappa irrinunciabile per l’auspicabile decongestionamento stradale.
Questi sono forse i segni più evidenti della città che cambia, inseriti però in un ampio ecosistema che sta prendendo forma e che dà spazio a tanti giovani talenti: centri di ricerca e istituti universitari, distretti ad alta tecnologia, incubatori e acceleratori. Dopo Milano e Roma, Napoli è l’unica altra provincia a superare largamente quota mille startup, con un aumento del 5,2 per cento nel 2024. Il capoluogo costituisce anche la punta dell’iceberg in una regione nella quale si moltiplicano i centri di ricerca in ogni ambito e gli incubatori certificati dal ministero delle Imprese e del Made in Italy. Le nuove imprese innovative costituiscono però una prospettiva occupazionale quasi esclusivamente per laureati o tecnici specializzati e comunque usufruiscono inizialmente di un regime fiscale favorevole, quindi vanno valutate alla prova del tempo. Tuttavia il loro proliferare costituisce un ulteriore segnale della direzione che Napoli sembra finalmente aver imboccato.
Tutto bene, dunque? Be’, basta uscire dall’area dell’aeroporto di Capodichino o dal parco che circonda il Polo tecnologico di San Giovanni a Teduccio per ricadere nel disordine post-industriale che costituisce la risposta. Però a guardare meglio, a Capodichino si intravede la nuova stazione dietro le transenne e, dall’altro lato, le modifiche già apportate alla viabilità. Intorno al Polo della Federico II in via Protopisani si sono moltiplicate le attività di un indotto nato e cresciuto nell’ultimo decennio e sono in corso i lavori per migliorare trasporti e mobilità. Insomma, la modernità e la tecnologia stanno mostrando il loro carattere più importante: sono contagiose.
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