I vescovi italiani condannano No Vax e No Green Pass: condannano le manifestazioni, la loro “distorta” idea di libertà e di diritti, le proteste sfociate alcune volte in comportamenti scorretti se non violenti – su tutte quella nel centro di Roma, a inizio ottobre, con le tensioni nei pressi di Palazzo Chigi e l’assalto alla sede della CGIL. L’Anatema dei Vescovi italiani è stato lanciato nel messaggio per la 44esima Giornata Nazionale per la Vita. Una denuncia senza mezzi termini quella della Conferenza Episcopale Italiana (Cei).

Non sono mancate manifestazioni di egoismo, indifferenza e irresponsabilità, caratterizzate spesso da una malintesa affermazione di libertà e da una distorta concezione dei diritti. Molto spesso si è trattato di persone comprensibilmente impaurite e confuse, anch’esse in fondo vittime della pandemia; in altri casi, però, tali comportamenti e discorsi hanno espresso una visione della persona umana e dei rapporti sociali assai lontana dal Vangelo e dallo spirito della Costituzione”.

La nota continua nella sua condanna: “Il vero diritto da rivendicare è quello che ogni vita, terminale o nascente, sia adeguatamente custodita. Mettere termine a un’esistenza non è mai una vittoria, né della libertà, né dell’umanità, né della democrazia: è quasi sempre il tragico esito di persone lasciate sole con i loro problemi e la loro disperazione”. E il riferimento va quindi al “diritto all’aborto” e alla prospettiva di un referendum per depenalizzare “l’omicidio del consenziente” che nascono “da una malintesa affermazione di libertà e da una distorta concezione dei diritti”.

Se su questi due temi la posizione dei vescovi era chiaramente risaputa, a fare notizia è invece la condanna senza mezze misure delle manifestazioni contro il vaccino anti-covid e contro la certificazione verde che attesta la somministrazione del vaccino, il tampone negativo o la guarigione dal covid-19. Green Pass che nei prossimi giorni potrebbe passare da 12 a 9 mesi di validitàLo scorso 9 novembre le regole sulle manifestazioni sono cambiate, è arrivata la stretta del ministero dell’Interno: i cortei potranno tenersi solo in aree della città non affollate e senza obiettivi sensibili – come sedi di partiti, sindacati, palazzi delle istituzioni e ambasciate – , fuori dai centri storici e dalle strade dello shopping, con l’obbligo di mascherina anche all’aperto. Una maniera per tutelare anche le attività commerciali, oltre che per ridurre le occasioni di contagio, nei centri delle città che hanno subito ripercussioni per le manifestazioni degli ultimi mesi.

La Confcommercio aveva lanciato un appello sottolineando come il sabato rappresenti per le attività oltre il 25% del fatturato settimanale. Sindaci di alcune città (come Trieste, dove è partita la protesta a metà ottobre contro l’estensione dell’obbligo di Green Pass a lavoratori pubblici e privati) avevano comunque già preso in autonomia delle misure per limitare le manifestazioni. A oggi in Italia sono quasi 47 milioni le persone che hanno ricevuto la somministrazione di una dose di vaccino. Più di 45 milioni e 521mila le persone che hanno completato il ciclo, l’85% della popolazione over 12 anni. La dose booster di richiamo è stata inoculata a oltre due milioni 735mila persone. Come successo in Austria, nelle ultime settimane il dibattito si sta animando sulla possibilità di attivare un lockdown per i soli non vaccinati.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.