Costretto a cedere le quote della holding che detiene la Tinkoff Bank, da lui stesso fondata, dopo aver apertamente criticato il conflitto scatenato dalla Russia in Ucraina. È la rappresaglia del regime di Mosca contro Oleg Tinkov, oligarca russo che poche settimane fa aveva pubblicamente denunciato l’orrore della guerra a Kiev, definita “folle”, e accusando la ‘sua’ Russia di essere “un paese di m…”.

Il miliardario, con un patrimonio personale stimato attorno ai 9 miliardi di dollari prima dello scoppio del conflitto, ha denunciato in una intervista al quotidiano New York Times di aver ricevuto minacce dalle autorità del suo Paese dopo aver criticato la guerra in Ucraina.

In particolare Tinkov, che solitamente vive in Italia, a Forte dei Marmi, ha spiegato di aver ceduto alle pressioni del governo russo vedendosi costretto a vendere la sua quota personale del 35 per cento del Tcs Group Holding. “Non ho potuto discutere il prezzo. Ero come un ostaggio: prendi quello che ti viene offerto. Non potevo negoziare“, ha dichiarato il magnate.

La stessa banca ha confermato come Tinkov lo scorso 28 aprile ha ceduto la sua intera quota azionaria a una società gestita da Vladimir Potanin, la Interros Capital, per 2,4 miliardi di dollari. Potanin è un oligarca fedelissimo del presidente russo Vladimir Putin e secondo uomo più ricco del Paese.

Secondo Tinkov, che al momento dello scoppio della guerra era già fuori dalla Russia per delle cure mediche, il prezzo a cui ha venduto le sue azioni rappresentava circa il 3% del loro valore.

 

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Non solo. Tinkov, che per la prima volta ha parlato con la stampa dopo l’invasione russa in Ucraina, ha anche dichiarato di aver ingaggiato guardie del corpo, dopo che amici “con contatti nei servizi di sicurezza russi” lo hanno avvertito che avrebbe dovuto temere per la sua vita.Ho capito subito che il regime di Putin fosse una cosa negativa“, ha racconta Tinkov al New York Times, “ma, ovviamente, non avevo idea che avrebbe avuto una deriva così catastrofica“.

Su questo l’istituto di credito, ormai non più in mano a Tinkov, ha smentito il suo ex proprietario. La banca ha preso le distanze dall’oligarca sostenendo che nei suoi confronti non vi sono state minacce di alcun tipo e che il magnate russo “non è a Mosca da molti anni, non ha partecipato alla vita dell’azienda e non è stato coinvolto in nessuna questione”.

L’oligarca ‘indipendente’, che a 54 anni è sopravvissuto alla battaglia con la leucemia, era stato inserito lo scorso marzo nella lista dei sanzionati del Regno Unito. Lo scorso anno invece aveva accettato di pagare 507 milioni di dollari per risolvere un caso di frode fiscale a suo carico negli Stati Uniti.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia