L’equipaggio dell’incrociatore russo “Mosca”, colpito da almeno un missile nel Mar Nero, sarebbe stato evacuato e portato a Sebastopoli, in Crimea. Questo scrivevano venerdì, poco dopo la diffusione della notizia dell’esplosione, le agenzie di stampa russe “Tass” e “Ria Novosti”. L’avrebbe soccorso una nave turca. Notizie successive riferivano del salvataggio di solo una parte dei soldati, molti dei quali feriti. E’ anche saltata fuori la foto della nave da cui si alza una colonna di fumo ma è impossibile stabilirne l’origine e la autenticità. Mosca ha inizialmente tentato di negare lo smacco di immagine subìto oltre al danno militare che la costringe a ripensare il suo posizionamento nel Mar nero verso Odessa dicendo fosse stato un incendio scoppiato per cause ignote a bordo a provocare un’esplosione di munizioni .

Una versione diversa sulla sorte dell’equipaggio è stata data da Kiev, secondo cui la tempesta avrebbe impedito l’evacuazione dei militari e anche il capitano della nave, Anton Kuprin, sarebbe morto a bordo. E fin qui siamo nell’ordinaria battaglia di propaganda di guerra nella quale i fatti scompaiono dietro la cortina di fumo delle balle raccontate per nasconderli. Questa volta però, per puro caso – e per puro caso si tratta di una fonte ucraina, avrebbe potuto essere russa e non sarebbe cambiato nulla – c’è anche una dichiarazione che fotografa, suo malgrado, l’idiozia della guerra. La portavoce della Guardia costiera ucraina, Natalia Humeniuk, nel dare pomposamente la versione ucraina dei fatti ha detto: “Abbiamo osservato che altre navi cercavano di venire in soccorso, ma anche le forze della natura erano dalla parte dell’Ucraina”. La stupidità della guerra condensata in una sola frase.