A Mariupol si continua a combattere strenuamente. Tra i civili sono rimaste poche persone che raramente mettono il naso fuori ai sotterranei dove si nascondono da settimane senza acqua, luce, gas e cibo. Tra questi c’è Majkar, un bambino di 7 anni che insieme alla sua mamma fotografa è tornato a casa e l’ha trovata distrutta completamente. “Sono Makar. Ho 7 anni. Questa è casa mia. Grazie ai ‘salvatori dalla Russia’ per aver fatto questo”, dice in un video postato poi su instagram.

Come riportato dall’Ansa Makar cammina tra le macerie e mentre parla si sentono degli spari sottofondo, uno un po’ più forte tanto che la mamma lo invita ad avvicinarsi alla telecamera mentre lui ha un piccolo sussulto. Sembra timido ma poi prende il via quando mostra quel che resta della sua casa, con ampi gesti delle braccia. Makar vive a Mariupol e cammina tra le macerie della sua casa indossando un piccolo parka verde. La casa di Makar è completamente distrutta dai bambardamenti russi: le finestre non ci sono più così come i pavimenti. E il bambino, probabilmente su suggerimento della mamma, ironizza sull’operazione speciale lanciata da Mosca, secondo la propaganda, per liberare gli ucraini.

“Grazie tanto ‘salvatori arrivati dalla Russia’”, dice indicando con la mano quel che resta del soggiorno della sua casa. “Grazie, per tutto quello che state vedendo in questo video”. Lui è in una specie di piccolo corridoio, protetto dalla parte dell’appartamento più esposta, quella senza finestre appunto, distrutte dagli attacchi. “Spassiba”, ripete, “grazie per aver fatto questo”. Il video, postato da Oleksandra Matviichuk, capo del centro per le libertà civili ucraino, dura appena 22 secondi, ma racconta tutto il dramma dei civili di Mariupol, la città martire della guerra di Putin, dove al momento i civili faticano anche ad andare via perchè è sempre più difficile creare corridoi umanitari sicuri. Famiglie come quelle di Makar, ha commentato su Twitter Matviichuk “possono fare affidamento solo sui soldati ucraini che ancora combattono e muoiono lì”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.