Al di là della reciproca ‘battaglia di propaganda’, quanto accaduto mercoledì all’incrociatore russo Moskva al largo di Odessa, in Ucraina, segna una svolta decisiva nel conflitto arrivato oggi al 50esimo giorno e un colpo straordinario al prestigio di Vladimir Putin.

Kiev ha annunciato di aver colpito col lancio di due missili Neptune la nave russa, ammiraglia della flotta del Cremlino nel Mar Nero, costringendo l’equipaggio composto da circa 500 uomini ad abbandonare la nave, lunga 186 metri era equipaggiata con 16 missili cruise anti-nave Vulkan.

Ricostruzione diversa dei fatti arriva da parte di Mosca, anche se paradossalmente è altrettanto grave per il prestigio russo. Secondo la Difesa a bordo della Moskva sarebbe avvenuta una esplosione accidentale provocata da un carico di munizioni che hanno poi provocato un incendio.

L’incrociatore missilistico è stato “gravemente danneggiato“, secondo il ministero della Difesa russo, citato dalle agenzie statali Ria Novosti e Tass. “A causa di un incendio, le munizioni sono esplose a bordo“, e l’equipaggio è stato completamente evacuato, ha detto il ministero, aggiungendo che è in corso un’indagine per determinare l’origine di questo incendio.

Sulla vicenda gli Stati Uniti invece non si espongono. Il portavoce del Pentagono, John Kirby, ha confermato che la nave è ancora a galla e non è affondata, ma anche di non essere ancora in grado di dire “cosa abbia causato l’esplosione”. Pur non potendo escludere l’attacco missilistico ucraino, per ora “non non abbiamo abbastanza informazioni”.

La Moskva era stata commissionata ai tempi dell’Unione Sovietica nel 1983 ed ha anche preso parte all’intervento russo in Siria dal 2015. Nei primi giorni dell’invasione dell’Ucraina l’incrociatore ha preso parte all’attacco all’isola dei serpenti, vicino al confine rumeno, in cui furono catturati 19 marinai ucraini per essere scambiati con prigionieri russi.

Ma a prescindere dalle due tesi contrapposte, quella di un attacco ucraino o di un incidente interno russo, il “grave danneggiamento” della Moskva e il suo abbandono da parte dei militari russi segna una importante svolta al conflitto.

Da oggi di fatto la Russia ha perso la sua ammiraglia nel Mar Nero, con un ruolo chiave in questi 50 giorni di guerra nel coordinamento delle operazioni marittime, in particolare per il blocco del porto di Odessa e la costante minaccia alle città ucraine affacciate sul Mar Nero.

Ora per le forze armate russe minacciare Odessa con uno sbarco via mare diventa sempre più difficile, se non impossibile. La conseguenza per Kiev è quella di vedersi offrire la chance di spostare altrove, almeno parzialmente, i reparti stanziati in difesa della città. Le truppe ucraine potrebbero raggiunge il fronte più caldo, quello del Donbass e dell’Ucraina orientale per tentare di respingere l’offensiva russa a Mariupol, obiettivo chiave del Cremlino.

L’addetto stampa del Pentagono, John Kirby, ha confermato ai media americani che la nave da guerra russa Moskva è ancora a galla e non è affondata. Kirby ha tuttavia aggiunto di non esser ancora in grado di dire “cosa abbia causato l’esplosione. Abbiamo visto i social media riferire che si è trattato forse di un missile di difesa costiera ucraino. Non possiamo escluderlo, semplicemente non abbiamo abbastanza informazioni in questo momento”. Il Dipartimento della difesa americano può solo confermare che “c’è stata una esplosione. Almeno una esplosione a bordo dell’incrociatore. Una esplosione significativa che ha provocato danni estensivi alla nave”. Il portavoce del Pentagono ha infine aggiunto che l’ammiraglia della Flotta russa nel mar Nero sta navigando “con i suoi stessi motori”, in direzione Est, probabilmente diretta verso un molo per le riparazioni.

 

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia