Una conversazione di 30 secondi, intercettata e diffusa dai servizi segreti ucraini nella regione di Kherson, che racconta- ancora una volta- l’orrore della guerra in Ucraina.

Una telefonata tra marito e moglie: lui, un soldato al servizio di Putin. “Vai, stupra le donne ucraine, te lo permetto, ma non dirmi niente: però non ti dimenticare delle protezioni”. Parole che mettono i brividi.

La vicenda

Come sottolineato dal Corriere della Sera, nonostante la storia sembri quasi di propaganda, i due protagonisti della telefonata sono stati rintracciati dai giornalisti della squadra investigativa di Radio Free Europe/Radio Liberty–  finanziata dal governo americano nell’est Europa, in Asia centrale e in Medio Oriente- e da Schemes, il team che realizza le inchieste del servizio ucraino. Grazie ai loro numeri di telefono- avuti da una fonte interna all’intelligence russa, gli stessi che i due hanno usato per registrarsi sul social network russo VKontakte- i giornalisti sono riusciti a ricostruire le loro vite. Lui è un 27enne di nome Roman, nato a Orel, a circa 350 chilometri a sudovest di Mosca. Ha partecipato all’invasione della Crimea, dove si sarebbe trasferito insieme alla moglie Olga, con cui ha un figlio di 4 anni.  

Sarebbe stata proprio lei a fare riferimento agli stupri delle donne ucraine e quindi ad autorizzare il marito, parlandone con estrema tranquillità. “Però non dirmi niente”, avrebbe aggiunto. “Ah, quindi dovrei stuprarle e non dirti niente: posso davvero?” chiede il marito. “Sì, hai il mio permesso, ma usa le protezioni”.

Dopo queste tremende parole, sono scoppiati entrambi a ridere. Il team investigativo li ha poi contattati telefonicamente. Il giornalista Mark Krutov, che ha spiegato l’intera vicenda su Twitter, ha riferito che entrambi hanno confermato le loro identità e le loro voci combaciano con la registrazione.

Lui si troverebbe a Sebastopoli, dove c’è la base della marina militare russa sul Mar Nero, ma ha negato di essere stato a Kherson e anche di essere la persona della telefonata. Mentre lei ha raccontato che il marito è ferito e si trova in ospedale, ma non ha voluto più rispondere ad altre domande. L’agenzia di stampa ucraina Unian ha riportato che la pagina di Roman è stata chiusa e che sua moglie ha cancellato il profilo il 13 aprile.

Gli stupri in Ucraina

Nessuno ha accusato l’uomo per gli stupri e non è stato aperto alcun procedimento nei confronti della coppia, fanno sapere da Radio Free Europe/Radio Liberty. Krutov ha poi sottolineato su Twitter che “questa conversazione potrebbe essere stata solo uno stupido scherzo, ma gli stupri di massa da parte dei soldati russi in Ucraina sono reali. Ci sono molti rapporti orribili su di loro, inclusa la regione di Kherson, in parte occupata dalla Russia.”

Sono molte le testimonianze di violenze sessuali che già da diversi giorni arrivano da diverse parti dell’Ucraina. Come, ad esempio, quella di Natalya, che ha raccontato al Times di essere stata stuprata più volte dai soldati russi mentre il figlio piangeva terrorizzato nella stanza accanto. O ancora quella di Anna, violentata da un soldato ceceno alleato delle forze russe, e a cui hanno ucciso il marito che voleva difenderla. 

Alcuni giorni fa l’’ambasciatrice britannica in Ucraina, Melinda Simmons, ha dichiarato sugli stupri a danno delle donne ucraine: “Non sappiamo ancora quanto sia stato usato, ma è chiaro che era parte dell’arsenale russo. Donne stuprate davanti ai propri figli, ragazzine davanti alle famiglie, come atto deliberato di sottomissione”.

Anche il presidente Zelensky e il ministro degli esteri Dmytro Kuleba hanno denunciato più volte le terribili violenze sessuali che si stanno verificando nel Paese. A cui si aggiunge un altro dramma: quello dell’aborto negato per le donne che si sono rifugiate in Polonia.