Il giallo del medico ucciso in Basilicata
Omicidio Lorenzo Pucillo, fermato un uomo: “Litigi per ragioni di vicinato”
A uccidere il medico Lorenzo Pucillo si era pensato in prima battuta potesse essere stata una mucca, una delle sue mucche. E invece no, era stato un efferato omicidio per il quale oggi è stato fermato un uomo su ordine della Procura della Repubblica di Potenza. L’omicidio, consumato nelle campagne di Pescopagano, piccolo centro in provincia di Potenza, sarebbe avvenuto dopo “pregressi litigi per ragioni di vicinato”. È il primo fermo nel caso dell’omicidio che si è consumato nel paesino in Basilicata, al confine con la provincia di Avellino, che da subito era apparso come un giallo.
Pucillo aveva 70 anni, era medico sociale del Picerno, club calcistico che milita il Lega Pro, Girone C. Da tre anni era responsabile medico della società di calcio lucana. Si era laureato a Napoli in Medicine e Chirurgia e si era specializzato in Medicina dello sport. Era anche iscritto all’albo dei Medici Chirurgi di Avellino e a quello degli Odontoiatri. Da ormai diversi anni Pucillo si era dedicato a una sua grande passione: l’allevamento di mucche podoliche.
Il suo cadavere era stato ritrovato in campagna, in contrada Bosco delle Rose, lo scorso 21 marzo. Il corpo era stato trasportato dapprima all’Ospedale di Pescopagano, successivamente a Potenza per procedere con l’autopsia disposta dalla Procura della Repubblica per far luce sulle cause della morte del medico. Le prime ipotesi dell’attacco di un bovino erano state smentite già al presidio ospedaliero sul luogo del delitto: sul corpo dell’uomo erano state ritrovate le ferite compatibili con i colpi di un’arma da fuoco, almeno un colpo di fucile.
“Un gravissimo omicidio, volontario, feroce, efferato”, aveva dichiarato in conferenza stampa il procuratore distrettuale antimafia di Potenza, Francesco Curcio che aveva lanciato una sorta di appello ai giornalisti in conferenza stampa. “Chi sa parli. Il diritto alla sicurezza deve essere sicuramente garantito dallo Stato, ma vi deve essere una consapevole collaborazione da parte di tutti i cittadini. C’è poi un dovere di solidarietà, calandosi anche nei panni della vittima e dei familiari”. Le indagini non avevano escluso alcuna pista: quella passionale, quella familiare, che però da subito erano sembrate perdere fondamento. Il terreno stesso e l’attività di allevamento erano state collegate all’efferato delitto. Si era parlato di avvertimenti alla vittima in passato.
A Picerno dicevano di non averlo mai visto teso, sempre il sorriso e la battuta pronta. In paese, a Pescopagano, il sindaco e i concittadini ai giornalisti sul posto escludevano responsabilità a carico di qualche compaesano. Oggi pomeriggio la notizia dell’arresto del gravemente indiziato G. B. E.. Le indagini si erano servite di raccolta di testimonianze, intercettazioni, rilievi su armi e la comparazione del DNA. L’arma del delitto è stata sequestrata e G.B.E. avrebbe reso “piena confessione” secondo Lapresse.
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