Politica
Pasticcio alla Difesa: non si può scendere in piazza… o forse sì?
A via XX Settembre i sindacati militari hanno generato il caos. Tutto è partito con le manifestazioni di piazza indette dalle associazioni a carattere sindacale che allo Stato Maggiore della Difesa hanno fatto pervenire una nota ufficiale, a più firme, per comunicare gli eventi di piazza. Le manifestazioni in programma per i giorni 7 e 14 ottobre, hanno gettato nel panico l’ufficio generale affari giuridici dello Stato Maggiore della Difesa.
A rispondere alla missiva sindacale è stato il Generale Cataldo d’ordine del Capo di Stato Maggiore Ammiraglio Vecciarelli. Proprio Cataldo, solo poche settimane addietro, in Sicilia, aveva già avuto a che fare con una sigla sindacale che lo aveva coinvolto, in qualità di Comandante della Legione Carabinieri Sicilia, d’inanzi al giudice del lavoro presso il Tribunale di Palermo.
Esattamente lì, a Palermo, il giudice diete ragione al sindacato e il militare non subì alcun provvedimento. Ed ecco nuovamente, a distanza di pochi giorni, un altro gravoso impegno e questa volta non riguardante un solo militare ma tanti, pronti a scendere in piazza con in mano la pronuncia della Corte Costituzionale che ha dato il via al processo di sindacalizzazione. La lettera di risposta è giunta presto e con tutto il sapore di “una vera e propria intimidazione nei confronti degli uomini in divisa” a detta di molti politici, uno su tutti il senatore pentastellato Dino Mininno a cui si sono aggiunti altri nomi di diverse correnti parlamentari.
Spallucce del Ministro Guerini che sul processo di trasformazione non si esprime ed evita di trattare questa patata bollente che ha lanciato, grazie a una delega, al Sottosegretario Calvisi mentre l’altro sottosegretario storico, Tofalo, non ne vuole proprio sapere… da buon volpone. Lo scontro nelle prossime ore potrebbe rivelare nuove sorprese e tra un cavillo giuridico e qualche stella splendente, potrebbe saltare qualche poltrona allo Stato Maggiore o, eventualmente, si potrebbero aprire centinaia di provvedimenti disciplinari nei confronti di tutti quei militari che nel 2020, con incredulità, rispondono ai regolamenti dei primi anni del secolo scorso.
© Riproduzione riservata