Dopo l’intervista di Luigi Zanda, che qualche giorno fa aveva dichiarato che Schlein e Conte «Non hanno carisma, né forza politica per aspirare alla leadership del centrosinistra», il Nazareno ha ottenuto lo stesso spazio per la leader. Forse non lo usa benissimo. Nell’intervista data ieri da Elly Schlein allo stesso giornale non chiarisce i passaggi nevralgici sul partito, preferendo occuparsi della sventata tassa sui pedaggi autostradali e prendendo le parti del “modello spagnolo”, anche sull’energia. Dopo il più lungo blackout della storia europea vissuto da quel paese, una posizione scivolosa. La Direzione del PD è rinviata al 20 luglio, giorno più, giorno meno.

Ma cresce il malessere della minoranza, con l’eccezione di un Bonaccini che appare sempre più vicino a Schlein. Ma troppe cose, in casa dem, non tornano. Dopo il flop al referendum si rischia una spaccatura, e non è detto che la segretaria sia contraria: un congresso potrebbe ridare a Schlein lo smalto che le serve. Mentre la politica viaggia da un capo all’altro del mondo in due secondi, è un tempo irragionevolmente lungo. Tra l’altro, non c’è bisogno di spiegarlo, la situazione internazionale richiederebbe un punto fermo nell’analisi e nelle decisioni da prendere. Se l’idea del gruppo dirigente e del presidente del partito Stefano Bonaccini è quella di diluire i tempi puntando a una riunione balneare è probabile che facciano male i conti. Perché il nervosismo c’è. E, se non trova un qualche sfogo, la situazione è destinata a peggiorare, come ha fatto capire Lia Quartapelle: «Il Pd è l’unico partito strutturato in Italia, il che implica anche vivacità democratica. Certo, se gli organismi dirigenti si riunissero quando serve (per esempio per una valutazione del voto), ci sarebbero meno interviste.

Va segnalato, tra i tanti, il malumore della Toscana. La regione che vede promuovere il governatore, Eugenio Giani, al primo posto in Italia, non vede ancora indicare il suo nome come ricandidato alle ormai prossime regionali d’autunno. Il Pd non si decide: appare chiaro come la segreteria nazionale stia frenando. E allora si muovono i riformisti di altre sigle. Quelli di Azione, Psi, +Europa e Pri – coalizzati nella lista Avanti per la Toscana – prendono carta e penna per sollecitare il Nazareno. «Crediamo che il tempo della riflessione sia ormai alle spalle, serve chiarezza e coraggio ». Avanti per la Toscana esprime «con forza la necessità di formalizzare al più presto la candidatura del Presidente Eugenio Giani per un secondo mandato alla guida della Regione Toscana.

Lo chiediamo con spirito costruttivo, consapevoli della posta in gioco: a meno di tre mesi dal voto, la coalizione di centrosinistra non si è ancora mai riunita formalmente, e il Partito Democratico – pur riconoscendo il valore dell’esperienza di governo – continua a rinviare la decisione sulla leadership, subordinandola a un percorso che finora non ha prodotto alcuna sintesi politica né programmatica». In questo clima, i riformisti provano a riorganizzarsi. Stefano Bonaccini è silente. Peccato. E allora si fa sentire, e vedere, Pina Picierno. La Vicepresidente del Parlamento Europeo è attivissima. Sa di dover colmare un vuoto.

Nel fine settimana ha preso un aereo per trovarsi a Roma dove ha incontrato Raffaele Sabbadini, il simpatizzante Pd fischiato al Pride di Napoli e a Roma per aver manifestato con una bandiera rainbow con la Stella di Davide. Incontro tenuto insieme a Aldo Winkler e a Valentina Belgrado, la coppia che per difendere la propria storia ebraica è stata contestata e quasi aggredita nel circolo Pd di Monte Porzio Catone, alle porte della Capitale. Con loro Picierno ha solidarizzato, assicurando che le sensibilità del vero Pd sono con loro, non con chi li contesta. Il problema è capire cosa sia oggi, o cosa voglia essere domani, il Pd.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.