La scelta del 15 ottobre 2020 come fine dello stato di emergenza da Coronavirus? Il frutto di un compromesso tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e Italia Viva. La marcia indietro rispetto alle prime anticipazioni che fissavano più “naturalmente” al 31 ottobre il termine della proroga approvata ieri dal Senato è infatti il risultato di un accordo meramente politico tra il premier e il movimento di Matteo Renzi.

L’ex presidente del Consiglio ha infatti voluto un termine più breve, anche se i due mesi sono stati considerati una base minima da cui partire per fare fronte alle eventuali emergenze e rischi legati al Coronavirus che potrebbero arrivare nelle prossime settimane.

Con la proroga dello stato di emergenza il governo potrà infatti istituire zone rosse dove si dovessero verificare nuovi focolai e potrà reperire nuovi posti letto per i pazienti in alberghi e caserme per affrontare un’eventuale seconda ondata di contagi. Potrà inoltre bloccare i voli da e per gli Stati considerati a rischio e individuare nazionalità che non sono ammesse in Italia.

Lo stato d’emergenza consentirà di acquistare anche il materiale necessario per far ripartire la scuola in sicurezza come mascherine, banchi, disinfettanti e i distanziatori in plexiglass. Saranno poi agevolate le procedure per l’affidamento degli appalti per riuscire a garantire servizi con maggiore velocità.

Infine ci potrebbero essere novità anche per lo smartworking: i dipendenti pubblici e privati potrebbero continuare a lavorare da casa con le modalità concordate con le aziende. I dipendenti della pubblica amministrazione potranno rimanere in smartworking fino al 31 dicembre.

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