L'austerity del gas
Piano di emergenza per il gas, il progetto italiano per ridurre il consumo: termosifoni a 19 gradi e ‘taglio’ per i lampioni
L’Italia dovrà risparmiare il 7 per cento rispetto alla media annua degli ultimi 5 anni. È questo il taglio al consumo del gas che dovrà mettere in campo il nostro Paese in base al piano di emergenza approvato ieri dai ministri dell’Energia dei Paesi dell’Unione europea.
A sottolinearlo è stato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani: “Noi abbiamo già previsto un piano di risparmio che è uguale o superiore a questo numero”, ha detto il ministro ricordando le strategie di differenziazione dei fornitori. “Per quanto riguarda agli italiani, cambierà davvero molto poco”, ha aggiunto parlando al Tg1.
“Quando abbiamo presentato il piano di differenziazione del gas, spostando i 30 miliardi di metri cubi russi su altri fornitori, noi avevamo già previsto un piano di risparmio che è uguale o superiore a questa quota. Per cui già le nostre azioni, quelle che abbiamo appena messo in pratica, sono compatibili con questo piano“, ha evidenziato il ministro.
Il taglio per l’Italia è minore rispetto alle aspettative della vigilia: il 15% inizialmente proposto è stato poi rimodellato in base alle esigenze e alle peculiarità dei singoli Stati membri dell’UE, a seconda di quanto gas esportano e di come sono interconnessi.
L’Italia dunque dovrà fare a meno di circa 4-5 miliardi di metri cubi di gas dei poco più di 70 che consuma ogni anno, un taglio che sarà concentrato nel periodo che va dall’agosto al 31 marzo 2023, compresi dunque autunno, inverno e buona parte della prossima primavera.
Allo studio il governo ha già da settimane alcune ‘bozze’ per fare fronte alla austerity del gas, un piano in più step. Tra le misure vi sarebbero il taglio all’illuminazione dei lampioni nelle città e nei musei (fino al 40%), la riduzione del riscaldamento a 19 gradi negli uffici pubblici e di due gradi nelle case per il periodo invernale. Resta aperta la questione su una possibile chiusura anticipata dei locali privati e dei negozi.
Non sembra essere previsto invece una riconversione degli impianti a gas. A spiegarlo ancora il ministro Cingolani al termine del Consiglio affari energia di ieri: “Non riconvertiamo niente, il nostro piano è già stato fatto a maggio. Utilizziamo le nostre centrali a carbone ancora in funzione un po’ più di quello che avevamo previsto, quindi fra i 12 e i 24 mesi indipendentemente dalla situazione”.
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