Una prima pagina che rappresenta un colpo al cuore per gli israeliani e per il mondo occidentale che con colpevole ritardo è riuscito ad ottenere un cessate il fuoco tra lo Stato ebraico ed Hamas dopo 11 giorni di conflitto a suon di raid e razzi.

Questa mattina Haaretz, il più noto giornale progressista di Israele, pubblica in prima pagina i volti dei 67 bambini morti durante gli 11 giorni di guerra nella Striscia di Gaza, vittime dei raid israeliani prima che si arrivasse una settimana fa ad una tregua.

Anche il titolo scelto dal giornale rimanda alla parte umanamente più insopportabile di qualsiasi conflitto: la perdita delle vite umane più piccole. Il giornale scrive sopra i volti sorridenti dei bambini “Questo è il prezzo della guerra”.

Un titolo e una scelta che non farà contento Benyamin Netanyahu, il premier ultraconservatore che da sempre ha in Haaretz uno dei ‘nemici’. Quotidiano per Bibi “definisce l’agenda della campagna anti-israeliana”, come lo aveva definito in passato il premier ad un giornale, costretto poi a smentire le sue stesse dichiarazioni.

Haaretz però resta una voce quasi isolata in Israele, dove media, politica e cittadini sono sempre più spostati a destra: di fatto è quasi l’unica ‘istituzione’ di sinistra rimasta nel Paese, pur non essendo un quotidiano radicale. Nel tempo infatti ha anche difeso alcune azioni militari compiute dall’esercito israeliano contro Gaza.

E a proposito di raid israeliani, ieri l’Alto commissario per i diritti umani dell’Onu, Michelle Bachelet, ha spiegato che le azioni compiute dall’esercito di Netanyahu nella Striscia di Gaza potrebbero costituire dei crimini di guerra.

Negli 11 giorni di conflitti, secondo i dati riferiti dal ministero della sanità di Hamas, sono morte nella Striscia 253 persone: di questi 67 sono bambini, 39 donne e 17 anziani, oltre a circa 2mila feriti.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia