Editoriali
Riforma Bonafede, per Italia Viva irricevibile: “Se M5S vuole crisi è problema loro”
E l’onere passa a Conte. Anzi, ai due Conte protagonisti di questa vicenda, intricata anche dall’omonimia tra il Presidente del Consiglio, invocato come negoziatore dal Pd, e il deputato di Liberi e Uguali Federico Conte, anch’egli avvocato ed autore del lodo che bloccherebbe la prescrizione non dopo il primo, ma dopo due gradi di giudizio. Mediazione che però non ha mai convinto Italia Viva. Si aggiunga, per rappresentare plasticamente l’impasse della maggioranza, che il mediatore stesso non è riuscito ad essere presente al vertice di palazzo Chigi, bloccato dal ritardo treni dopo il drammatico incidente di Lodi.
È rimasto fermo, alla stazione di Salerno, in compagnia di un giurista del calibro di Giorgio Spangher, con cui ha preso parte a un convegno forense. Spangher lo avrebbe rassicurato: nessun profilo di incostituzionalità nella sua proposta. Raggiunto dal Riformista, Conte si è detto amareggiato per la presa di posizione renziana.
«Italia Viva rimane contraria al mio ulteriore sforzo di mediazione? Un approccio di metodo radicale, poco incline alla dialettica», dice. «A questo punto si va in aula, la mediazione si sposta dal governo al Parlamento. Ed è ai parlamentari che voglio rivolgere un appello a trovare un equilibrio tra gli interessi contrapposti, un veicolo nuovo che permetta di chiudere questa pagina emergenziale di giustizia. Il processo penale va riformato con serietà, con ponderazione. E serve una soluzione che emendi le distorsioni provocate dalla Bonafede, sulla cui evidente stortura sono uniti avvocati e magistrati».
Da domani e per tutto il prossimo fine settimana si dovrebbero tenere nuove riunioni Governo-maggioranza nel corso delle quali verranno messe a punto le ‘riformulazioni’ di numerosi emendamenti tuttora accantonati, in vista della ripresa dei lavori delle Commissioni da lunedì mattina. Un tavolo di pre-crisi che assume la gravità di un momento mai tanto scivoloso, tale da far dichiarare al sempre prudente Nicola Zingaretti che «non c’è alternativa a questa maggioranza». Tra le questioni tuttora aperte figurano le richieste di Iv di sopprimere la norma che coinvolge Anas in caso di revoca delle concessioni autostradali e di rinviare le nuove norme sulla prescrizione.
La maggioranza registra intanto una schiarita sul fronte plastic e sugar tax: il gruppo che fa capo a Matteo Renzi ha annunciato il ritiro delle proposte di modifica che insistevano, di fatto, sulla soppressione almeno per tutto il 2020 delle due imposte. Un segnale di distensione, alla fine. Tutti i tavoli di consultazione permanente hanno il compito di fluidificare le rigidità confermate ieri. «Ci vediamo il 24 febbraio in aula per votare la mia Proposta di legge», conclude Enrico Costa, che già si frega le mani.
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