Prima di andare via, abbandonato l’aula, dalle scale si è girato è si è esibito in quello che è sembrato a molti un inequivocabile saluto romano. L’eurodeputato bulgaro Angel Dzhambazki nega – le immagini sono piuttosto eloquenti. Il gesto è già diventato un caso: monta in queste ore la polemica e arrivano le condanne da più parti politiche. Il parlamentare bulgaro continua a difendersi e a negare.

Dzhambazki è iscritto al Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei (Ecr), lo stesso cui aderisce Fratelli d’Italia – il partito di Giorgia Meloni è stato oggetto negli ultimi mesi di inchieste su presunti legami con l’estrema destra: la leader ha negato qualsiasi tipo di nostalgia; il vicesegretario del Partito Democratico Giuseppe Provenzano si era spinto definire Fdi un partito “fuori dall’arco costituzionale”.

Il gesto del parlamentare bulgaro è arrivato in un momento teso all’interno dell’aula: l’argomento, divisivo, della recente sentenza della Corte di Giustizia europea che ha bocciato la richiesta di annullare il meccanismo di condizionalità, quello che lega l’erogazione dei fondi europei al rispetto dello stato di diritto. Durante la plenaria del Parlamento a Strasburgo il ricorso presentato da Polonia e Ungheria era stato respinto.

Dzhambazki, prendendo la parola, ha definito il giudizio della Corte di Giustizia europea “un abominio”. Il suo gesto è stato interpretato come un insulto nei confronti del collega Sandro Gozi (iscritto al Gruppo Renew Europa, la lista francese promossa dal presidente francese Emmanuel Macron e da En Marche in cui è stato eletto l’eurodeputato italiano) che stava per intervenire. A presiedere l’aula in quel momento era la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno (Partito Democratico).

 

“Nella seduta che ho presieduto stasera l’eurodeputato bulgaro Dzhambazki ha esibito il saluto romano. Ho subito condannato l’accaduto e chiesto di sanzionare questo gesto ignobile e inaccettabile. Il Parlamento Europeo è monumento vivo della democrazia contro la barbarie del nazifascismo”, ha postato Picierno su Twitter. “Un saluto fascista al Parlamento europeo è per me inaccettabile, sempre e ovunque. Offende me e tutti gli altri in Europa. Siamo la Casa della democrazia. Quel gesto viene dal capitolo più oscuro della nostra storia e deve essere lasciato lì”, il post di condanna, anche quello immediato, della Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola.

 

Dzhambazki si è difeso definendo il suo “un semplice saluto che è stato equivocato. Mi scuso se il mio innocente saluto, che era da intendere come gesto di scuse, ha offeso qualcuno”, ha scritto in una e-mail ai colleghi. “Un umile saluto alla presidente dopo aver detto delle cose per cui molti erano in disaccordo, anche per provocare. Immaginate la mia sorpresa quando la conseguenza del mio gesto è stata interpretata come un saluto nazista. Credo che opinioni dissonanti portino beneficio al dibattito. Non sono estraneo alle controversie ma questa è una calunnia”.

Prima Dzhambazki aveva definito il dibattito in corso non riguardante lo “stato di diritto” ma “l’odio per l’idea del concetto di nazione”. E ancora: “Non saremo mai d’accordo con la vostra agenda, delle ong che cercano di distruggere l’Europa, trasformandola in qualcos’altro”. Alla fine del suo intervento il deputato bulgaro aveva concluso augurando “lunga vita a Orban, Fidesz, Kaczynski, la Bulgaria. Lunga vita all’Europa delle nazioni”.

 

Avatar photo

Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.